Strage di Erba, Azouz Marzouk assolto: credeva Olindo e Rosa e li accusò di calunnia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Ottobre 2021 - 08:49 OLTRE 6 MESI FA
Strage di Erba, Azouz Marzouk assolto: credeva Olindo e Rosa e li accusò di calunnia

Strage di Erba, Azouz Marzouk assolto: credeva Olindo e Rosa e li accusò di calunnia FOTO ANSA

Azouz Marzouk, l’ex marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, due delle quattro vittime della strage di Erba del 2006, è stato assolto. Assolto dall’accusa di calunnia “perché il fatto non sussiste”.  Lo ha deciso la giudice della settima penale del Tribunale di Milano. 

Le calunnie sulla strage di Erba

Marzouk era finito imputato in relazione ad una richiesta di raccogliere nuove prove per la revisione del processo sui quattro omicidi e che si era chiuso con la condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi.

Da tempo convinto dell’innocenza dei due ex vicini di casa, era accusato di averli calunniati incolpandoli del reato di autocalunnia per le loro confessioni, a suo dire false, sugli omicidi. “Sono contento, è un passo nella lotta che stiamo facendo in questi anni per ottenere la verità”. È il commento di Azouz dopo l’assoluzione decisa oggi a Milano.

La strage di Erba

La strage di Erba avvenne l’11 dicembre 2006. Strage compiuta dai coniugi Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi. Uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori, riuscì a salvarsi grazie ad una malformazione congenita alla carotide. La strage avvenne nell’abitazione di Raffaella Castagna. L’appartamento fu dato alle fiamme subito dopo l’esecuzione del delitto.

Il 3 maggio 2011, la corte suprema di Cassazione ha rigettato i ricorsi proposti, con l’indiretta conseguenza che è diventata definitiva la sentenza di Appello che aveva riconosciuto come autori della strage i coniugi Romano, già condannati all’ergastolo.