Strage di Samarate, Alessandro Maja ossessionato dai debiti: così ha ucciso moglie e figlia

Nella giornata di oggi, si è svolto l’interrogatorio di garanzia per Alessandro Maja, l’uomo accusato di aver ucciso moglie e figlia e aver tentato di uccidere il figlio.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2022 - 16:26 OLTRE 6 MESI FA
Strage di Samarate Alessandro Maja

Strage di Samarate, Alessandro Maja ossessionato dai debiti: così ha ucciso moglie e figlia (foto ANSA)

Alessandro Maja ha ammesso le sue responsabilità e spiegato il brutale omicidio della moglie e della figlia con “l’ossessione per i debiti”, rispondendo alle domande del Gip di Busto Arsizio (Varese) Piera Bossi, durante il suo interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi, presso il reparto di psichiatria dove il 57enne di Samarate (Varese) è ricoverato subito dopo essere stato arrestato per aver ucciso la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, la figlia Giulia di 16 anni e aver aggredito quasi a morte il figlio maggiore Nicolò, 23 anni. Lo ha confermato all’ANSA il suo avvocato, Enrico Milani. 

Strage di Samarate, Maja è ancora ricoverato in psichiatria

Maja, ricoverato a Monza, “ha risposto sofferente alle domande, con un forte disagio che ha portato ad una breve interruzione delle domande”, ha detto il legale. “Quella sera ha spiegato di aver cenato con la famiglia come sempre, e di aver lavato i piatti”. Poi i ragazzi sono saliti “nelle loro stanze – ha continuato Milani – la moglie si è messa a dormire sul divano e lui ha continuato a passeggiare per casa senza smettere di pensare al peso dei debiti che viveva come insopportabili”. Poi, le aggressioni che “lui non sa spiegare. Non sa dire perché ha agito così”.

Maja ha confermato di aver “colpito prima la moglie, poi la figlia e infine il figlio con un martello – ha aggiunto l’avvocato – e di aver usato il trapano su di sé per uccidersi” senza sedare nessuno prima della strage.

L’ossessione per i soldi

“Mi sentivo un fallito, responsabile di non poter garantire lo stesso tenore di vita alla famiglia in futuro, non so perché ho agito così”. Con queste parole Alessandra Maja, 57 anni, ha provato a spiegare al Gip Piera Bossi il motivo del duplice omicidio della moglie Stefania Pivetta, un anno più giovane di lui, e della figlia Giulia, 16 anni, e l’aggressione quasi mortale al figlio Nicolò, 23 enne ancora ricoverato in prognosi riservata a Varese, a Samarate (Varese).

Tra le 4 e le 5 di mattina Maja ha raccontato di aver smesso di “vagare per la casa” e di aver agito “ma non so spiegare perché sia successo”. Il 57 enne resta ricoverato nel reparto di psichiatria del San Gerardo di Monza. La difesa ha già chiesto che sia sottoposto a perizia psichiatrica.