Strage di Erba, Corte d’Assise: sì alle intercettazioni, no a nuovi reperti

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2020 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA
Strage di Erba, Corte d'Assise: sì alle intercettazioni, no a nuovi reperti

Strage di Erba, Corte d’Assise: sì alle intercettazioni, no a nuovi reperti (Nella foto Ansa, Olindo Romano e Rosa Bazzi)

COMO  –  No ai nuovi reperti, sì alle intercettazioni: la Corte d’assise di Como ha respinto la richiesta della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva per la strage di Erba, di analizzare reperti trovati sulla scena del delitto e mai esaminati. I giudici hanno autorizzato invece i difensori della coppia ad avere “nuovi file originali”, a disposizione della Procura, delle intercettazioni che i legali ritengono lacunose.

Uno degli avvocati dei coniugi, Fabio Schembri, ha annunciato ricorso in Cassazione contro il provvedimento dei giudici della città lombarda. 

I giudici della Corte d’assise di Como hanno respinto la richiesta della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi di poter accedere al server (a disposizione della Procura) presso il quale sono custodite le intercettazioni dell’inchiesta sulla strage di Erba in quanto “consentire l’accesso al server a dei privati comporta delle evidenti controindicazioni sul piano della tutela della segretezza delle indagini passate e presenti – si legge nell’ordinanza -, nonché della riservatezza dei soggetti coinvolti”.

“Nel caso in esame – aggiungono i giudici – se la difesa ha dei dubbi della genuinità delle copie fornite dalla società Waylong (che elaborò le copie ndr) ben può richiedere alla Procura nuove copie dei file originali il cui rilascio si autorizza fin da ora”.

Nelle loro memorie, i difensori lamentavano la mancanza della registrazione di colloqui investigativi tra i carabinieri e il sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio e di conversazioni all’interno dell’abitazione dei coniugi Romano, ritenendone “innegabile l’importanza” per una richiesta di revisione del processo. 

L’istanza della difesa di analizzare reperti non esaminati nel 2018 era già stata respinta dall’Assise, ma la Cassazione ha rilevato un vizio di forma (l’assenza di contraddittorio prima della decisione), invitando l’Assise a pronunciarsi nuovamente. I nuovi esami chiesti dalla difesa riguardano campioni biologici trovati sul luogo della strage, un vecchio cellulare Motorola, e l’accesso ai server della procura per analizzare le registrazioni delle intercettazioni ambientali compiute subito dopo il delitto. (Fonte: Ansa)