Sparatoria a Loreto: ecco chi sono le vittime e il ricercato

Pubblicato il 28 Luglio 2010 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA

Silvana Mannino, 30 anni, una delle due vittime della sparatoria di Loreto, condivideva un appartamento di via De Gasperi 26, in località Grotte, con la sorella Vincenza, 28 anni, rimasta ferita. L’altra donna uccisa nella mattanza è la loro madre, Rita Pulvirenti.

A fare fuoco, con una pistola che non è stata ancora ritrovata, l’ex fidanzato di una delle due ragazze, Claudio Alberto Sopranzi, 59 anni, un siciliano residente a Sirolo (Ancona). Dopo il delitto, l’uomo si è allontanato a bordo di una bicicletta, che è stata ritrovata dagli investigatori poco distante. Polizia e carabinieri lo cercano dovunque, con l’aiuto di un elicottero e di unità cinofile. La tragedia si è consumata verso le 15:30.

Stando a quanto si è appreso, Sopranzi aveva avuto una relazione sentimentale con la giovane sopravvissuta, Vincenza Mannino, e non accettava che fosse finita. Così, avrebbe cercato la vendetta sparando contro di lei e i suoi familiari. La tragedia si è consumata in un ambiente di immigrati di origine siciliana, da tempo residenti nelle Marche come operai.

Silvana Mannino era separata dal marito, Graziano Strano, rimasto in Sicilia, e madre di due ragazzi, Gaetano, 14 anni, e Salvatore, di solo un anno e mezzo. Le testimonianze sono discordanti, ma sembra che almeno uno dei due minori fosse in casa al momento della sparatoria.

Le Mannino, e la loro madre Rita, condividevano una villetta rossa a due piani, in un blocco di villette a schiera nuove in frazione Grotte, quasi al confine fra Loreto e Porto Recanati. Alcuni vicini hanno raccontato ai giornalisti che in quella casa si sentiva spesso litigare (”prima o poi si ammazzano” commentava qualcuno) ma non è chiaro se Sopranzi, che vari condomini dicono di non conoscere, abbia vissuto anche lui fra quelle mura, o semplicemente andasse a trovare la fidanzata, ormai ex.

Cronisti, fotografi e curiosi vengono tenuti lontano dall’edificio, transennato ad una distanza di circa 200 metri. Sul posto, oltre ai carabinieri della Scientifica, che stanno cercando bossoli e proiettili e repertando tutto quanto puo’ essere utile alle indagini, si e’ recato anche il magistrato di turno in procura.