Strage di Ustica, Corte d’Appello conferma condanne: “Ministeri risarciscano i familiari delle vittime”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Febbraio 2019 - 18:13| Aggiornato il 4 Ottobre 2020 OLTRE 6 MESI FA
Ustica, Appello conferma condanne: ministeri risarciscano parenti vittime

Ustica, Corte d’Appello conferma condanne: “Ministeri risarciscano i familiari delle vittime”

ROMA – Nuovo colpo di scena sul caso Ustica. La Corte d’Appello di Palermo ha confermato le condanne in sede civile. E condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire per 12 milioni di euro i familiari delle vittime della strage. Che il 27 giugno 1980 costò la vita a 81 persone.

Secondo i giudici della Corte, che hanno confermato la condanna in primo grado emessa nel gennaio 2016, l’incidente del Dc9 della compagnia Itavia è da addebitarsi a un missile. La Corte ha dichiarato la prescrizione al risarcimento ‘da depistaggio’, ma ha confermato quello ‘da fatto illecito’.

Confermati gli ostacoli ai giornalisti

Per i giudici è confermato, quindi, che le indagini furono ostacolate. E che lo Stato non garantì adeguate condizioni di sicurezza al volo Itavia che quella notte, mentre andava da Bologna a Palermo, precipitò nel Tirreno.

Il nuovo pronunciamento, in conformità con altre 4 sentenze civili emesse nel 2017, torna ad escludere le ipotesi alternative della bomba collocata a bordo e del cedimento strutturale.

“Questa sentenza – ha commentato all’ANSA l’avvocato Daniele Osnato, legale dei familiari delle vittime – si aggiunge alle altre che, sempre in sede civile, hanno già restituito giustizia ai parenti ricostruendo la verità dei fatti.

Questa sentenza, tra l’altro, ha voluto ulteriormente precisare che non vi è mai stato alcun conflitto tra i giudicati penali e quelli civili.

Nel processo penale non si è indagato sulla causa della caduta dell’aereo. Ma piuttosto sulla penale responsabilità di taluni imputati in merito a specifici fatti di reato di natura omissiva.

Gli ostacoli dei ministeri

Ad oggi i ministeri hanno ostacolato non solo le legittime aspettative di verità e giustizia. Ma persino le liquidazioni dei risarcimenti, disattendendo le sentenze e richiedendo di voler interamente compensare tali somme con eventuali vitalizi concessi ai figli delle vittime.

Auspichiamo – ha concluso il legale – che chi di dovere, dai ministri al presidente del Consiglio, si imponga per restituire dignità a chi non soltanto ha perso i propri genitori. Ma che ha subito per 39 anni gli effetti di un ignobile ed inaccettabile depistaggio. E che, adesso, si vede negata la liquidazione di quanto disposto dalle sentenze emesse in nome del Popolo Italiano”.

La decisione riguarda 7 familiari delle vittime, altri 68 avevano ottenuto il risarcimento nel 2017.