Strage di Viareggio, 18 indagati. Moretti: “Coinvolto anche io? Non lo escludo”

Pubblicato il 21 Giugno 2010 - 19:31 OLTRE 6 MESI FA

A quasi un anno dalla strage di Viareggio, la procura di Lucca sta indagando diciotto persone. Un numero che sembra destinato a crescere: “L’individuazione dei soggetti da sottoporre a indagine – hanno fatto sapere i magistrati – non può ritenersi allo stato conclusa”.

Gli investigatori hanno fatto il punto dell’inchiesta in una nota diffusa nel primo pomeriggio di lunedì. Poche ore prima, anche l’ad delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, aveva affrontato l’argomento: “A giorni verranno fuori gli avvisi di garanzia. Non escludo che io stesso sia coinvolto, visto che, ogni qualvolta nella storia ci sono state cose di questo genere, tutti quanti sono stati compresi negli avvisi di garanzia. Molto serenamente li aspettiamo, molto serenamente potremo a quel punto iniziare a discutere, visto che fino ad oggi le nostre strutture non sono mai state interessate dalla magistratura in maniera diretta”.

Dei 18 indagati, solo tre sanno di esserlo. Si tratta dei responsabili dell’officina tedesca dove era stato controllato l’asse del carro che, rompendosi, provocò il deragliamento. La strage avvenne il 29 giugno del 2009: poco prima della mezzanotte, un convoglio che trasportava gpl uscì dai binari alla stazione di Viareggio. Alcuni carri cisterna si rovesciarono. In uno si aprì uno squarcio, da cui uscì il gas, che esplose. Le vittime furono 32.

“Le cause del disastro ferroviario sono molteplici – ha spiegato il procuratore di Lucca, Aldo Cicala -. Stiamo indagando a tutti i livelli, su diversi ambiti, esaminando via via le varie responsabilità che emergono”. Anche su fatti e vicende “distribuite nel tempo”. Cicala non ha fatto i nomi degli indagati – ancora non avrebbero ricevuto avvisi di garanzia – e a una richiesta di commento alle parole di Moretti si è limitato a rispondere: “Non posso dire nulla”.

Il nome di Moretti è spesso evocato dai familiari delle vittime, che ricordano la sua lunga esperienza nelle Ferrovie: prima di essere ad di Fs, lo era di Rfi. Di certo c’é che i vari livelli e ambiti su cui sono stati o saranno svolti accertamenti riguardano le ditte che collaudarono l’asse ‘criccato’, la società proprietaria della cisterna e la rete ferroviaria. E poi. Gli investigatori stanno cercando di capire non solo perché quell’asse si ruppe e perché nella cisterna si aprì lo squarcio, ma anche se la vicinanza delle abitazioni ai binari e la mancanza di protezioni non influì sulla dimensione del disastro.

Da quasi un anno, i familiari delle vittime stavano aspettando una svolta nelle indagini: “Queste notizie allargano il cuore”, ha commentato oggi Daniela Rombi. Sua figlia, Emanuela, morì a 21 anni, dopo 42 giorni di agonia. “Certe notizie – ha aggiunto – non possono far star bene, ma ci aiutano. Credo nella giustizia del cielo, ma ho bisogno anche di quella terrena, anche se Emanuela non me la restituirà nessuno. Però qualcosa deve cambiare, perché non succeda più”. E le parole di Moretti? “Quello che mi fa rabbia – ha risposto Daniela – è che abbia aspettato un anno per dire quelle cose. Doveva farlo subito, senza nascondersi”.