Striscia lo accusò, Lucio si uccide dopo un anno per una “mancia” da 20 euro

Pubblicato il 18 Gennaio 2013 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA
Luca Abete, inviato di Striscia la Notizia

NAPOLI – Lucio Montaina si è ucciso lanciandosi dal settimo piano della sua abitazione a Napoli. Morto sul colpo in via  Filippo Maria Briganti, a Napoli, scrive Roberto Russo sul Corriere del Mezzogiorno. Lucio era un impiegato del Catasto di Napoli, moglie casalinga e due figli. Ma il calvario che l’ha portato al suicidio inizia il 24 gennaio 2012, quando un’inchiesta di Striscia la Notizia condotta da Luca Abete mostra un video. Lucio che accetta 20 euro e dà una planimetria ad una donna che non ha la delega, documento che dunque non avrebbe dovuto diffondere.

Così inizia questa vicenda che si conclude con la morte, per sua stessa mano, di Lucio Montaina. Dopo il video per l’uomo arriva, come previsto, il licenziamento dal Catasto. Poi il reintegro su ordine del giudice del lavoro, che ne aveva accolto il ricorso. Poi di nuovo il licenziamento e infine la morte.

Salvatore Iossa, sindacalista e amico di Montaina, ne racconta l’ultimo anno al Corriere del Mezzogiorno:

“L’amministrazione dell’Agenzia del Territorio l’aveva denunciato e poi licenziato in tronco. Lucio (in realtà era un funzionario di VI livello) aveva presentato ricorso e il giudice del lavoro l’aveva accolto. Reintegrato per qualche mese era stato trasferito ad altro incarico, poi però l’ente aveva presentato appello contro il reintegro e aveva vinto, Montaina era tornato a casa senza un lavoro. Ora stava cercando di arrivare a un’intesa con l’ufficio accettando un periodo di sospensione invece del licenziamento. Domani (oggi per chi legge, ndr) avrebbe dovuto partecipare a un’udienza invece celebreremo il suo funerale”.

Il video di Striscia del 24 gennaio è chiaro, fin troppo. Si vede la donna, un’attrice, chiedere a Montaina, il cui viso è reso irriconoscibile, la planimetria di una casa. La donna non ha la delega, quindi l’impiegato rifiuta la sua richiesta. Poi invece della delega, documento necessario per ottenere la planimetria, allega alla richiesta una banconota da 20 euro. L’impiegato stavolta non rifiuta, si alza e scompare tra le carte. Poi riappare, con la planimetria in mano e i 20 euro in tasca.

La scena è questa, ben ripresa. Ma i colleghi di Lucio non possono capire questa morte, e dichiarano al Corriere:

“Questa volta Striscia la Notizia si è macchiata di un’azione di sciacallaggio, Lucio era un impiegato perbene, non era certo uno che chiedeva tangenti, come si vede dal filmato quei 20 euro glieli hanno offerti…È giusto perseguire chi ruba e chi commette illeciti, ma non si può braccare un uomo come se fosse un delinquente. Lucio era una persona perbene, non accettiamo questa condanna televisiva senz’appello”.

Antonio Graziano, coordinatore Uil, condivide l’opinione dei colleghi di Lucio, che non si rassegnano alla sua morte:

“Premesso che è doveroso fare pulizia contro gli atteggiamenti sbagliati o illegali negli uffici pubblici non si può accettare ciò che è accaduto. Resta il dolore per la morte di un collega e poi il rammarico perché ci si scandalizza davanti ai 20 euro mentre non si approfondiscono aspetti molto più gravi che riguardano la gestione degli uffici e che noi denunciamo da anni”.

Fare pulizia è “doveroso”, dice Graziano, ma non tutti sono delinquenti. Striscia la Notizia è uno “sciacallo”, dicono i colleghi. Lucio ha affrontato una scelta, sbagliata, di prendere i 20 euro che gli erano stati “offerti”. Avrebbe potuto rifiutare. Lucio era un impiegato, ma anche un marito e padre, che alla pressione di quest’ultimo anno non ha retto. Lucio si è ucciso. Un grande dolore per la famiglia e gli amici, il frutto di due scelte che purtroppo nessuno potrà cambiare.