Stupri Rimini, 2 fratelli si consegnano dopo diffusione delle foto. “Siamo stati noi”. Preso anche terzo del branco

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Settembre 2017 - 22:05| Aggiornato il 3 Settembre 2017 OLTRE 6 MESI FA
Stupri Rimini, 2 minorenni si consegnano dopo la diffusione delle foto che li inchiodano

Un fermo immagine di una telecamera di sorveglianza mostra i quattro uomini che avrebbero partecipato allo stupro sulla spiaggia del Bagno 130 di Miramare a Rimini

RIMINI – Due fratelli marocchini, entrambi minorenni, si sono consegnati ai Carabinieri di Pesaro per il duplice stupro avvenuto una settimana fa a Rimini. I giovani hanno confessato entrambe le violenze: “Siamo stati noi”, hanno detto mentre la squadra mobile della Questura di Rimini si è subito messa in moto per catturare anche un terzo componente del branco.

Oltre ai due fratelli, di 15 e 16 anni, nel gruppo c’era un congolese, anche lui minorenne, mentre il capobanda è un nigeriano, unico maggiorenne. Non si sa ancora quale di questi due sia quello fermato dalla Polizia.

La diversità delle etnie spiegherebbe in ogni caso perché fra di loro i violentatori sono stati sentiti parlare in italiano dalle vittime.

I due ragazzi marocchini si sono presentati in una caserma vicino Pesaro, a Montecchio, e sono stati poi trasferiti in procura a Rimini dove il magistrato li ha ascoltati. A quanto si è appreso i due avrebbero deciso di consegnarsi spontaneamente dopo la diffusione delle immagini di video sorveglianza che li incastrano e a causa della pressione esercitata in questi giorni dalla polizia di Rimini.

I due fratelli hanno ammesso di essere due del branco che nella notte tra il 25 e il 26 agosto ha brutalizzato a Miramare una turista polacca, picchiato l’amico, e violentato una trans peruviana. Le loro ore gli erano parse contate dopo che le vittime della violenza guardando i fermi immagine li avevano riconosciuti.

La seconda vittima del branco, la prostituta transessuale peruviana, è stata portata in Questura per il riconoscimento. Ieri, un nuovo sopralluogo è stato fatto dalla polizia scientifica, a richiesta della Procura, nel punto dell’aggressione alla squillo transessuale. L’obiettivo è ritrovare un frammento della bottiglia usata dai quattro stranieri per minacciare la peruviana. Un frammento di quella bottiglia è stato repertato dalla polizia e ora si attendono i risultati scientifici per l’esame delle impronte digitali.

Intanto si moltiplicano le segnalazioni ai centralini da parte di persone che dicono di aver visto i quattro aggirarsi tra Miramare e Riccione nei giorni precedenti e successivi alle aggressioni dei due turisti polacchi in spiaggia e della prostituta nei pressi della Statale. Alcune provengono da persone degli ambienti in cui i quattro possono essersi mossi, pusher, kebabari e addetti alla sicurezza. 

Proprio la presenza di due giovani centrafricani getta nuova luce su un’aggressione in spiaggia a Pesaro, avvenuta il giorno dopo quella di Rimini. Anche in quel caso una coppietta che si era appartata nella spiaggia del Sacro Cuore, su un lettino, era stata circondata da tre uomini, che i ragazzi hanno descritto di colore. In pochi attimi i tre hanno rapinato i cellulari della coppietta tentando di inseguire i ragazzi, che nel frattempo erano scappati urlando.

“Se colpevoli, minorenni o no, castrazione chimica e poi a casa loro!”, è la posizione estrema del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che ha commentato così le prime notizie sull’individuazione dei presunti stupratori.

Il sindaco del paese dove risiedono i ragazzi parla di “fulmine a ciel sereno”. Di una comunità “tranquilla e laboriosa”, con poco più di 15 mila abitanti, ma il 40% non ‘autoctono’. “Gli stranieri – dice – vengono da tutte le province del mondo e sono circa il 12%-13%, ma non abbiamo mai avuto problemi di integrazione”.