Stupri Roma/ Procura, nuova perizia su dna di Bianchini. Avvocato Olmi: “E’ un errore giudiziario, rischiamo un nuovo caso Unabomber”

Pubblicato il 21 Luglio 2009 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA

I pm Maria Cordova e Antonella Nespola, che indagano sugli stupri “seriali” compiuti nella capitale tra aprile e luglio scorso, e per i quali è in carcere con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e porto di coltello, Luca Bianchini, il ragioniere di 33 anni, hanno affidato ieri alla polizia scientifica una nuova consulenza tecnica.

Luca Bianchini in carcere è il classico «errore giudiziario». Ad affermarlo è l’avvocato Giorgio Olmi, difensore del ragioniere di 33 anni accusato dalla procura di Roma di essere uno stupratore seriale. Il penalista attacca così: «Il compito della polizia è sbattere in galera le persone. Il caso Bianchini è come quello di Unabomber. La gente dovrebbe fidarsi meno della polizia e degli organi dello Stato».

Olmi interviene anche sul provvedimento con cui il Pd ha di fatto scaricato Bianchini, suo iscritto: «È una cosa indecente. Vuol dire che basta che in questa società un organo di polizia apra bocca e le dia fiato, perché un onesto cittadino, sempre rispettato da tutti, venga abbandonato. Questa è un indecenza. Le cose devono cambiare».

Sul test del dna che la procura di Roma intende ripetere giovedì, Olmi chiarisce: «Luca lo ha sempre richiesto: “Rifate il test, perché avete sbagliato”. Un errore è sempre possibile, o un errore o una forzatura… Nella procura non ci sono tecnici, si fidano di quello che dice la polizia scientifica. Loro si fidano, Bianchini no». Quanto alle macchie di liquido seminale rinvenuto sui pantaloni dell’indagato, «è possibile che sia proprio liquido seminale… Luca è certo che, se si tratta di liquido seminale, è il suo. Non appartiene a nessun altro. Bianchini non ha mai visto nè sentito le donne stuprate».

Bianchini, a detta del suo difensore, è ottimista: «Totalmente ottimista, non ha neanche un minimo tentennamento, nemmeno un dubbio. Sin dall’inizio ha richiesto la ripetizione del test con le garanzie e con il controllo dei difensori e periti. Non le sto a dire che cosa ha detto nei confronti della questura e delle forze di polizia. Quello che pensa Bianchini lo pensano molte persone in Italia».

«Io sono memore di quanto è accaduto a Unabomber in Veneto. Non essendoci prove, perché Zornitta era innocente, qualcuno ha dovuto falsificare le prove. È uno dei peggiori crimini che possano accadere nei confronti di un cittadino. Io so benissimo che possono accadere errori giudiziari e devo vigilare».