Mantova: in prigione per stupro, ma era un invenzione del suocero

Giacomo Perra*
Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA

MANTOVA – Un anno di carcere con un’accusa pesantissima, quella di aver violentato la sua futura sposa sedicenne. Ma oggi per Singh Singhara, ventisettenne indiano, la drammatica odissea giudiziaria potrebbe essere archiviata.

Il pubblico ministero, infatti, ne ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto e il giovane è stato immediatamente scarcerato. Secondo la ricostruzione del magistrato, Singhara sarebbe stato vittima delle calunnie del futuro suocero che avrebbe agito nel tentativo di impedire il matrimonio già concordato.

Aveva scoperto che il ragazzo apparteneva alla casta dei contadini, una classe considerata inferiore in India; un’umiliazione per una famiglia di commercianti come la sua. Da qui, prima il rifiuto di concedere in sposa la figlia, le minacce di morte e poi la fabbricazione di prove false con l’aiuto di alcuni amici. Infine, la sua falsa testimonianza, sostenuta anche dalla deposizione in Tribunale a Mantova della ragazza.

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La sedicenne aveva raccontato ai giudici, sotto costrizione del padre, di essere stata stuprata dal fidanzato in presenza di tre testimoni. Ora, per i tre e per altre tre persone, tra cui il suocero, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per calunnia.

*Scuola superiore di Giornalismo Luiss