Stupro, se la vittima si ubriaca volontariamente non c’è l’aggravante: la sentenza della Cassazione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Luglio 2018 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA
Stupro, vittima ubriaca o drogata? Per Cassazione non valgono aggravanti

Stupro, se la vittima si ubriaca volontariamente non c’è l’aggravante: la sentenza della Cassazione

ROMA – Se una vittima di stupro ha bevuto volontariamente alcol o assunto sostanze stupefacenti, ai suoi aggressori non può essere riconosciuta l’aggravante. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Questa la sentenza della Cassazione, che ha rinviato a nuovo processo per rivedere la pena a ribasso per due uomini accusati di aver violentato una ragazza. I tre erano andati a cena e la donna aveva bevuto tanto da “non riuscire ad autodeterminarsi”. Era andata al pronto soccorso e qui aveva descritto in modo confuso quanto accaduto.

Il caso torna dunque in tribunale. In primo grado, i due uomini di 50 anni erano stati assolti dal gip di Brescia nel 2011 perché la versione fornita dalla donna non era stata riconosciuta come attendibile. Nel 2017 invece la Corte d’Appello di Torino ha valutato diversamente il referto del pronto soccorso, che evidenziava leggeri segni di resistenza, e condannato i due uomini a tre anni di carcere per stupro.

La difesa degli imputati in quel caso, facendosi forte della sentenza di primo grado, aveva sostenuto che non vi fosse stata condotta violenta da parte dei due imputati, né riduzione ad uno stato di inferiorità, dato che la ragazza aveva bevuto volontariamente. La Cassazione (sentenza 32462 della terza sezione penale) sottolinea invece che c’è “violenza sessuale di gruppo con abuso delle condizioni di inferiorità psichica o fisica” anche se la vittima ha assunto alcol volontariamente, visto che “in uno stato in infermità psichica”, a prescindere da chi l’abbia determinato, mancano le condizioni per prestare un “valido consenso”.

Tuttavia, “l’assunzione volontaria di alcol esclude la sussistenza dell’aggravante”, e il relativo aumento di pena, poiché “deve essere il soggetto attivo del reato” ad usare l’alcol per la violenza “somministrandola alla vittima”. Quindi, “l’uso volontario, incide sì sulla valutazione del valido consenso ma non anche sulla sussistenza aggravante”.