Suocero indagato per abusi su nipotina, il genero (padre di lei) lo uccise: no ergastolo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Gennaio 2020 - 12:02 OLTRE 6 MESI FA
Rozzano. Suocero indagato per abusi su nipotina, il genero (padre di lei) lo uccise: no ergastolo

Suocero indagato per abusi su nipotina, il genero (padre di lei) lo uccise: no ergastolo (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Il suocero era indagato per aver abusato della nipotina. E lui, il padre della bambina, lo aveva ucciso. Ora l’uomo, 35 anni, è stato condannato a 20 anni di carcere. Il suo complice è stato condannato a 18 anni. Le pene sono minori rispetto a quelle chieste dal pm, che voleva l’ergastolo per entrambi. Il gup di Milano Aurelio Barazzetta ha concesso a entrambi le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti (premeditazione e recidiva).

Il motivo dell’attribuzione delle generiche sarà noto solo nelle motivazioni  alla sentenza, quello che è certo è che ha determinato il non accoglimento della pena dell’ergastolo per tutti e due gli imputati, chiesta dal pm Monia Di Marco. L’omicidio risale al 25 febbraio scorso quando il 35enne uccise a colpi di pistola, in un parco di Rozzano (Milano), il suocero per vendicarsi dei presunti abusi sulla bambina.

Il giudice ha diposto il risarcimento simbolico di un euro all’ex compagna dell’uomo che si era costituta parte civile. “Sulla concessione delle generiche aspettiamo le motivazioni – afferma Lara Benetti, legale della donna – Il pm aveva chiesto l’ergastolo, sostenendo che non era possibile concedere le generiche perché la confessione dell’uomo che ha sparato era un atto dovuto e la ricostruzione fatta da lui a tratti grottesca e con diversi cambi di versione. Inoltre, non ha mostrato resipiscenza”.

Tuttavia, riguardo alla concessione delle generiche, il legale fa notare che la condanna a 20 anni “è un motivo di speranza che un giorno lui esca e si confronti con la figlia e che possa maturare qualcosa nella sua testa. Nella mia assistita non c’era voglia di vendetta, ma volontà di giustizia. Voleva che la figlia capisse che l’atto del padre è stato totalmente sbagliato, qualunque cosa avesse fatto il nonno”.

L’omicidio del suocero a Rozzano.

L’omicidio è avvenuto lo scorso 25 febbraio in un parco giochi a Rozzano, nel milanese. Quel giorno, intanto, al Palazzo di Giustizia di Milano, si era da poco concluso un incidente probatorio nel quale la bimba di otto anni aveva parlato degli abusi che avrebbe subito dal nonno. E in quell’occasione, davanti al giudice e alla madre della piccola, ossia la figlia del 63enne ucciso, era arrivata, in sostanza, la conferma dei racconti già resi dalla bambina alla polizia.
Poco prima della fine dell’audizione protetta, la madre aveva ricevuto un messaggio dall’ex compagno: “Dov’è la bambina?”. Secondo l’accusa, l’uomo voleva in questo modo assicurarsi che la piccola non si trovasse nei dintorni del luogo dell’omicidio che sarebbe avvenuto di lì a poco.  (Fonte: Ansa e Agi).