Svezia: adottato dal killer dei genitori. Una storia tutta italiana fatta di delitti, mafia, fughe e misteri

di Alessandro Avico
Pubblicato il 30 Settembre 2009 - 11:22| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

autoUna storia incredibile e fatta di retroscena estremamente inquietanti quella di Natale Romano Monachelli, di 48 anni, originario di Palermo ma residente in Svezia da oltre 15 anni, dove ha preso anche la cittadinanza.

L’uomo, conosciuto in Svezia per la sua catena di ristoranti e pizzerie, è stato infatti accusato di un efferato duplice omicidio, commesso in Sicilia nel 1994, di cui erano stati vittime il fratello e la sua consorte.

La storia è incredibile per il modo in cui fu commesso l’omicidio, per il motivo “oscuro” del delitto e per i risvolti affettivi portati dall’uccisione. E’ il 1994, Monachelli, residente a Palermo, per obbedire agli ordini di un pezzo grosso di Cosa Nostra, uccide il fratello e la cognata, dando poi fuoco al furgone in cui i 2 si trovavano.

Non si conosce il movente del delitto, Monichelli lo avrebbe commesso senza battere ciglio, ma a dare un tono ancora più drammatico alla vicenda è un particolare 2affettivo”. La coppia quando fu uccisa, aveva infatti un bambino piccolo, del quale si era preso cura lo stesso Monichelli, che lo ha portato in Svezia, allevandolo come un figlio, dopo avergli fatto credere che i suoi genitori erano morti in un incidente stradale.

I particolari del reato sono venuti alla luce a seguito delle rivelazioni alla magistratura italiana del pentito Angelo Fontana, un killer di Cosa nostra che spera così in una riduzione della pena. A carico del Monachelli è stato emesso un ordine di cattura, esteso alla ricerca tramite Interpol.

Temendo che Monachelli tentasse di lasciare la Svezia od opponesse una resistenza armata all’atto dell’arresto, la polizia svedese ha organizzato un blitz che, dopo due giorni di appostamenti, ha colto di sorpresa l’assassino. Quando ha appreso, al commissariato, il motivo del suo arresto, Monachelli è crollato in preda a un forte choc.

Rimane ancora una domanda: perché Monachelli aveva ucciso il fratello e la cognata, dando poi l’auto alle fiamme in quel lontano 1994? La realtà è che i Monachelli appartenevano a una potente famiglia mafiosa di Palermo e che il fratello di Natale Romano si drogava. Un vizio, questo, intollerabile per gli appartenenti all’Onorata società. Così Natale Romano, non volendo che fossero altri a far furi fratello e cognata, si incaricò del compito e con i fondi ricevuti da Cosa Nostra, fuggì in Svezia con il figlio della coppia.

Ma a 19 anni di distanza, è tempo di fare i conti con un passato che sembrava ormai alle spalle, ed ora spetta al tribunale di Stoccolma decidere come procedere per l’eventuale estradizione del cittadino italo-svedese. In Italia lo attenderebbe una condanna a 30anni di reclusione.