Inchiesta Enav-Finmeccanica: “Tangenti a Casini, Matteoli, Alemanno…”

Pubblicato il 22 Novembre 2011 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Enav, l’ente di assistenza al volo, affida gli appalti a Selex, controllata di Finmeccanica il cui amministratore delegato è Marina Grossi, moglie di Guarguaglini presidente di Finmeccanica. Selex a sua volta gira l’appalto a Technosky, che a sua volta subappalata a Printsistem oppure ad Arc Trade o ancora ad altre società. A ognuno di questi passaggi la società che riceve l’appalto fattura un prezzo più alto di quello reale, così si creano i fondi neri, un tesoretto di soldi in più che i dirigenti usavano per pagare le tangenti. Volendo riassumere, l’inchiesta Enav-Finmeccanica sta tutta in questi passaggi, in questo continuo rimbalzare appalti da una società all’altra per ricavare fondi neri da società per ungere i meccanismi della politica.

La politica chiedeva soldi e in cambio garantiva le nomine “giuste”, così almeno emerge dall’inchiesta dei magistrati romani che hanno a lungo interrogato Lorenzo Cola, consulente Finmeccanica, e Tommaso Di Lernia, proprietario della Printsistem.  E la conclusione dei pm è che la politica fosse piuttosto vorace nelle sue richieste di denaro e non solo. Enav, in sostanza, era la tasca da cui appozzavano l’Udc e i suoi leader Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa. Ma anche An (dalle carte emerge in nome di Altero Matteoli), la “corrente del sindaco Alemanno”, Gasparri e La Russa.

Repubblica riporta qualche episodio contenuto nelle carte del’inchiesta: Il 2 febbraio del 2010, negli uffici romani dell’Udc in piazza di Spagna, alla presenza dell’ad di Enav Guido Pugliesi che li ha sollecitati, Di Lernia consegna 200 mila euro in contanti nelle mani del tesoriere del partito, Giuseppe Naro. Dice: “Pugliesi mi disse che quei soldi erano destinati a Casini. Vennero consegnati al tesoriere dell’Udc, perché erano assenti sia Lorenzo Cesa (il segretario del partito, ndr) che Casini, impegnati in un’operazione di voto, secondo quanto disse il tesoriere”.

E ancora: “In Finmeccanica era Borgogni incaricato di erogare somme a rappresentanti politici ed istituzionali”, spiega Cola. E almeno un’intercettazione telefonica, conferma le sue parole. Il 21 settembre 2010, Borgogni parla con un tale Marco. “Mi ha chiamato “Filippo” – dice Marco – Per quella cosa che facciamo ogni anno della loro offerta di partito a Milano… Del Pd.. credo sia una cosa del Pdl. Mi ha detto che gli hai indicato che non volevi comparire come Finmeccanica, ma con una società esterna”. Borgogni va fuori dai gangheri. Non vuole che di quella roba si parli al telefono: “Marco, Maremma puttana, Marco… “. Chiosa il pm Paolo Ielo: “È emblematico l’equivoco Pd, Pdl. Si spiega solo con la circostanza che il flusso di finanziamenti è in tutte le direzioni politiche, è sistemico”.