“Papà non informato dei brutti voti”: il Tar annulla la bocciatura del figlio alle medie

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2017 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA
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“Papà non informato dei brutti voti”: il Tar annulla la bocciatura del figlio alle medie

TRIESTE – Il padre non era informato dei brutti voti presi dal figlio e quindi non l’ha potuto aiutare a rimediare. Il Tribunale regionale amministrativo annulla la bocciatura.

Secondo i giudici del Tar friulano decidendo l’ennesima bocciatura di uno studente delle scuole medie figlio di genitori separati “la scuola ha violato le precise indicazioni contenute nella circolare ministeriale 5336/2015, volta a tutelare la bigenitorialità in ambito scolastico”.

Il Tribunale amministrativo ha accolto così il ricorso del padre del ragazzino, che sostiene di non essere stato informato della progressiva mancanza di impegno e di applicazione del figlio.

Come ricorda Lorenzo Padovan su La Stampa, 

Del negativo andamento del ragazzo, infatti, i professori e la dirigente aveva «relazionato esclusivamente alla madre, ben sapendo – rilevano i giudici – che era stato disposto l’affidamento congiunto a entrambi i genitori». «La scuola – sottolinea ancora il Tar – era ben consapevole delle difficoltà che il ragazzo incontrava in dipendenza dalla difficile separazione della coppia, sfociata in una situazione fortemente conflittuale tra i coniugi».

Come risultato, quindi, è stata presentata una diffida alle autorità scolastiche per spostare subitoil ragazzino in terza media, in modo da potergli permettere di sostenere gli esami finali a giugno: non però nel vecchio istituto dove è stato bocciato due volte, ma nel plesso in cui è stato iscritto lo scorso settembre.

Gli insegnanti, però, non la pensano come i giudici, e parlano di una situazione scolastica “peggiorata nel corso dell’anno poiché ha manifestato poco impegno, scarso interesse e atteggiamenti non collaborativi. Nonostante gli interventi degli insegnanti, mirati a recuperare la delicata situazione dello studente, egli non si è dimostrato disponibile a concretizzare positivamente con risultati adeguati, aggravando la sua posizione con reiterate assenze”.

Ma per il Tar la colpa è del “comportamento omissivo della scuola”. E così il ragazzo è stato promosso d’ufficio.