Tarantini: “A Berlusconi voglio dire: mantienimi come Cristo comanda”

Pubblicato il 2 Settembre 2011 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA

Gianpaolo Tarantini (Foto Lapresse)

ROMA – Il 17 luglio scorso Gianpaolo Tarantini è un uomo pressoché finito. E’ indagato da ormai due anni per favoreggiamento della prostituzione per la vicenda delle escort portate a Palazzo Grazioli per Berlusconi e ha dovuto accantonare gran parte delle sue attività nel settore sanitario in Puglia. Ha disperato bisogno di soldi e per questo, con il tramite di Walter Lavitola, direttore de l’Avanti!, ottiene un contatto con Berlusconi per avere denaro. L’ipotesi della procura di Napoli, che ha voluto l’arresto per Tarantini e la moglie, è di estorsione: avrebbero fatto pressioni sul premier per avere soldi. In cambio l’imprenditore avrebbe continuato a dichiarare, nel processo barese, che Berlusconi non sapeva di ospitare alle sue feste escort prezzolate e avrebbe magari scelto la strada del patteggiamento in un procedimento in cui sarebbe l’unico imputato, evitando così un processo pubblico con la conseguente diffusione di intercettazioni telefoniche ritenute imbarazzanti per il premier. Nell’inchiesta napoletana Berlusconi è la vittima, lui a Panorama ha dichiarato di aver solo dato dei soldi a un amico in grave difficoltà. Anche per Lavitola è stato chiesto l’arresto ma al momento è all’estero.

Insieme alle manette per Tarantini sono uscite le intercettazioni. Lavitola e Tarantini, insieme per ottenere somme ingenti di denaro. 500mila euro più 20mila euro al mese per Tarantini, questo sostengono i magistrati. Soldi che in buona parte (400mila) Lavitola avrebbe tenuto per sé. E i conti se li erano fatti: Tarantini voleva 3 milioni, d’altra parte Berlusconi con Lele Mora, Emilio Fede, Sabina (Began?) non era forse stato più generoso? Ma Lavitola lo fa scendere a più miti consigli, “altrimenti quello ti caccia a pedate”. Ecco un passo delle intercettazioni, così come sono pubblicate dal Corriere della Sera.

Lavitola: Gianpà scusa, ma noi ci siamo andati e quello là ti ha fatto così. Tarantini: E tu gli hai detto 500, perché se parlavo io gli chiedevo 3 milioni e quello diceva “si”. Ti assicuro. Lavitola: Gianpà se tu gli chiedi 3 milioni, quello ci cacciava fuori a tutti e tre Tarantini: Ma che cosa dici? Ma tu non… con chi stai parlando, ma tu lo conosci a quello? Lavitola: no, io non lo conosco, per fortuna che lo conosci tu Tarantini: e allora agli altri sì e a me no? Io so’ il coglione de tutta la storia? Lavitola: ma no, Gianpà io non ci credo agli altri, di tutte queste… Tarantini: come non ci credo… stanno negli atti i bonifici a Lele Mora Lavitola: ma lascia perdere, ma tu lo sai qual è il rapporto di Lele Mora con lui o non lo sai? Tarantini: quale, che gli faceva schifo, te lo dico io che vivevo là dentro, io dormivo a casa sua… gli faceva schifo, gli faceva vomitare Lavitola: vabbè Gianpà, lascia stà, allora c’hai ragione tu. Tarantini: allora la casa di Sabina è una finta. Cioè, la casa di Sabina, dove vive ora, è finta. Lavitola: ma non lo so, io la casa di Sabina non lo so, comunque io ti dico che per quella che è la mia esperienza, tu vai là e gli vai a chiedere tre milioni, quello ti caccia fuori a pedate. Tarantini: ma io non glieli chiedo. Io a lui gli voglio dire una cosa, mi voglio mettere di fronte e gli voglio dire: «Presidè io non c’ho una lira, sono disperato, sto facendo sta c… di operazione, non ci sta, nel frattempo, per favore, mi vuoi mantenere come Cristo comanda, senza avere rotture di c….. di nessun genere?» Mi deve dire: «No»? Io non ci credo Lavitola: Gianpà, quello che cosa ti deve dire? Ti deve dire: «lo sto facendo», com’è vero che lo sta facendo Tarantini: oh! Ma io non voglio avere rotture di c…

Tarantini vuole subito i 500 mila euro, ma Lavitola gli dice di averli messi “su un conto chiuso in Uruguay”, quindi trattenendo 400mila euro. Tarantini però lo invita a non sottovalutarlo: “Ricordati che io a vent’anni andavo in barca con D’Alema e a trenta dormivo da Berlusconi”.