Taranto: cozze piene di diossina. Allevamenti spostati, i ‘cozzaruli’ protestano

Pubblicato il 26 Agosto 2011 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Torna l’allarme diossina nelle cozze a Taranto. Le prelibate cozze tarantine allevate nel primo seno del Mar Piccolo, ha certificato l’Asl, sono piene di diossina. La Regione Puglia ha quindi disposto la loro distruzione e il divieto di vendita. Oltre a decretare il trasloco degli allevamenti dal Mare piccolo a quello Grande. Con conseguente protesta dei “cozzaruli” che non vogliono andare nel mar Grande perché “lì non cresce niente” e “la cozza tarantina nel Mar Piccolo deve rimanere”.

La decisione, presa a tutela della salute pubblica in base al principio di massima precauzione, conferma l’ iniziativa gia’ presa il 22 luglio scorso dalla Asl di Taranto che ha disposto il blocco del prelievo dei molluschi bivalvi dal primo seno di mar Piccolo in base ai risultati di analisi condotte su campioni prelevati lo scorso giugno. La Asl ha fatto sapere di avere prelevato ulteriori campioni il 19 luglio scorso e di essere in attesa degli esiti degli esami da parte dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo.

Già tempo fa, c’è da dire, l’allarme sulla diossina nelle cozze era stato lanciato dagli ambientalisti che avevano prelevato dei molluschi dai fondali rilevando una presenza di diossina superiore ai limiti (13 mentre il limite è 8). All’epoca in molti si erano scagliati contro gli ambientalisti, accusati di fare del terrorismo. I politici si erano mangiati cozze tarantine crude a favore di camera, i mitilicoltori avevano protestato. Oggi l’Asl conferma quell’allarme e lo conferma avendo analizzato anche le cozze allevate. Così la Regione blocca la vendita, ordina la distruzione di quelle finora raccolte e dispone di spostare gli allevamenti nel Mar Grande, che sembra pulito. Anche se è a favore delle polveri dell’Ilva.