Taranto base mazzette Marina, da 4 generazioni

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Gennaio 2015 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA
Taranto, la base della mazzetta alla Marina da 4 generazioni

LA base della Marina Militare a Taranto

TARANTO – Per avere appalti con la base della Marina di Taranto  bisognava pagare un pizzo del 10%. Un giro di tangenti che andava avanti da ben quattro generazioni, nella base militare più grande del Mediterraneo che ieri, 13 gennaio, è stata teatro di ben sette arresti. Un’inchiesta che rischia di trascinare definitivamente a fondo la città dei due mari, già martoriata dai guai dell’Ilva.

L’inchiesta, avviata dopo la denuncia presentata da un imprenditore, Vincenzo Bruno, che sosteneva di aver pagato tangenti in relazione ad un appalto, sfociò il 12 marzo 2014 nell’arresto del capitano di fregata Roberto La Gioia, di 46 anni, comandante del quinto reparto di Maricommi, che si occupava appunto di contratti e appalti. L’ufficiale fu beccato in flagranza, e fermato subito dopo aver intascato una busta con 2 mila euro da parte dell’imprenditore, nel frattempo costituitosi.

Quei soldi, secondo l’accusa riportata da l’Ansa e da La Stampa, erano una tranche, una rata quindicinale, di una presunta tangente imposta per emettere i mandati di pagamento nei confronti della sua azienda. Il sospetto degli investigatori è che il militare abbia chiesto una mazzetta del 10 per cento. I carabinieri, ricorda sempre La Stampa, successivamente perquisirono l’appartamento e l’ufficio di La Gioia trovando altro denaro ritenuto frutto della concussione. Furono sequestrate anche due pen drive dell’arrestato, in cui furono scoperti file con un elenco di imprese. Accanto a ognuna di esse era riportato il valore dell’appalto aggiudicato e i pagamenti “extra” incassati.

Nell’ordinanza d’arresto, citata da Gianni Ruotolo sul quotidiano la Stampa, si legge che:

“Gli indagati hanno creato all’interno della base navale di Taranto, con la complicità anche di alti ufficiali in servizio presso lo Stato maggiore della Marina militare, un proprio e vero “sistema concussivo” che opera da tempo, tanto da divenire una vera e propria “prassi” illecita che si trasferisce da un comandante all’altro, in un ideale “passaggio di consegne” più o meno tacito”.

Secondo gli inquirenti siamo già alla terza o quarta generazione di tangentisti. Nella cassaforte dell’ufficio di La Gioia, inoltre, sono stati trovati i suoi appunti manoscritti, nei quali tra le altre cose annotava le quote spettanti agli altri ufficiali e collaboratori. Ora La Gioia ha deciso di aiutare i carabinieri a decifrare quegli appunti.