Tav, poliziotti protestano a Chiomonte: “Usiamo gli scudi come tavolo da pranzo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Luglio 2014 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Il cantiere Tav di Chiomonte

Il cantiere Tav di Chiomonte (Foto LaPresse)

TORINO – “Siamo costretti ad usare gli scudi come tavola per pranzare e non abbiamo bagni”. I poliziotti in servizio al cantiere Tav di Chiomonte, in provincia di Torino, protestano per le condizioni in cui sono costretti a lavorare. A differenza dell’esercito gli agenti non hanno una mensa riservata, mentre gli operai del cantiere chiedono aumenti dato il “lavoro a doppio rischio”.

Fabio Tanzilli su Repubblica scrive:

“La questione viene affrontata da due sindacalisti: il delegato rsu valsusino della Cgil Cosimo Russo, fresco di una vittoria schiacciante alle ultime elezioni al cantiere, ed il segretario generale del sindacato di polizia Sap, Gianni Tonelli. La talpa ha appena scavato il primo chilometro e la Cgil ha chiesto un incontro con la direzione lavori per concordare un aumento del salario, come previsto per legge”.

Gli operari vogliono aumenti e per Russo della Cgil

“si può arrivare fino al 20 per cento in più. Noi chiederemo il massimo, perché il nostro è un lavoro a rischio, bucare una montagna è sempre pericoloso, nonostante si prendano tutte le misure di sicurezza, come qui a Chiomonte. Senza dimenticare i problemi legati alle manifestazioni No Tav. Insomma, siamo in mezzo a due fuochi”.

Il salario, dicono i sindacati, è diminuito:

“Nel 2005, per lo stesso lavoro in galleria, avevamo una busta paga da 2700 euro al mese, ora si arriva malapena a 2000. Alcuni colleghi che lavorano fuori dal tunnel ne prendono ancora meno, chiederemo parità di trattamento. La crisi tocca tutti e comprendiamo la difficoltà delle aziende, però stiamo realizzando dei lavori di rilievo internazionale. Risorse se ne stanno investendo: vadano anche a favore degli operai”.

Anche i poliziotti sono arrabbiati per le condizioni in cui gli viene chiesto di lavorare, spiega Tonelli:

“I nostri agenti non hanno gabinetti degni di questo nome, né locali per mangiare nella pausa pranzo, a differenza dell’esercito. I militari e gli operai si sono organizzati con una loro mensa alla quale noi non abbiamo titolo di accesso e per mangiare dobbiamo metterci il baracchino sulle ginocchia, usando lo scudo come tavolo”.

Maurizio Bufalini, Il direttore generale di Lth, ha replicato:

“I wc ci sono, il servizio di pulizia viene svolto e abbiamo sempre adempiuto alle richieste fatte dalla Questura. Accetto poco la critica sulla sporcizia, perché così come nelle case private, molto dipende da chi usa i bagni”. E sul fatto che i poliziotti non abbiano i locali per la mensa? “Anche in questo caso, non voglio entrare nel merito del confronto tra sindacati e Questura – risponde il direttore di Ltf – ci era stato chiesto un locale mensa e l’abbiamo dato, usato dall’esercito, proprio nella palazzina che ospita anche da noi. Se ci saranno ulteriori richieste in tal senso cercheremo di soddisfarle”.