Telecamere in sala operatoria: Valentina e Matteo Fatello, petizione online

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Dicembre 2014 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA
Telecamere in sala operatoria: Valentina e Matteo Fatello, petizione online

Giovanna Fatello, morta a 10 anni dopo un intervento a Villa Mafalda (foto Facebook)

ROMA – Telecamere in tutte le sale operatorie: è la proposta di Valentina e Matteo Fatello, che vorrebbero questa idea diventasse legge: Valentina e Matteo hanno perso una figlia di 10 anni, Giovanna, dopo un’operazione a Villa Mafalda a Roma. Secondo loro “se avessero saputo di essere ripresi, mia figlia forse sarebbe viva. Ora potremmo salvare altre vite”.

Andrea Garibaldi sul Corriere racconta che Valentina e Matteo per raggiungere il loro obiettivo stanno usando tutti i mezzi a disposizione: una pagina Facebook, una petizione online. Iniziative che hanno anche avuto adesione di personaggi famosi:

Valentina e Matteo Fatello hanno aperto una pagina Facebook, «Un processo per la verità», quasi centomila contatti, 45 mila visite. Hanno lanciato una petizione su change.org che ha raccolto 4000 firme. Matteo alla «Vita in diretta», a «Studio aperto», a «Mattino Cinque», a Radio Rai. Lucido, pacato, senza piangere. «Cosa facciamo adesso? Frequentiamo un gruppo di sostegno, persone che hanno perso un figlio». Sulla pagina Facebook qualcuno posta «La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte, è come se fossi nascosto nella stanza accanto…», di Henry Scott Holland. Alessandra Del Torso critica certe domande della tv («Che sogno aveva Giovanna?»). Sono arrivati anche nomi famosi: Fiorello, Alessia Marcuzzi, Maurizio Costanzo.

Giovanna Fatello è morta il 29 marzo scorso nella sala operatoria della casa di cura privata Villa Mafalda, durante un’operazione di routine, timpanoplastica.

Scrive Garibaldi:

 

C’è il funzionamento dell’apparecchio che tiene sotto controllo tutti i parametri del paziente durante gli interventi: secondo la consulenza chiesta dal pm, presenta anomalie nei giorni 27 e 28 e viene resettato il 31. Nulla si sa sul 29, la mattina della fine di Giovanna. Quando viene sequestrato, circa 50 giorni dopo, è rotto. Sul macchinario la casa di cura è intervenuta in questi giorni ribadendo: «Tutto era perfettamente funzionante».