Teresa Marino, nonna boss a capo della cosca Porta Nuova

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Dicembre 2015 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA
Teresa Marino, nonna boss a capo della cosca Porta Nuova

Teresa Marino, nonna boss a capo della cosca Porta Nuova

PALERMO – Si chiama Teresa Marino. Ha 38 anni ed è già nonna, oltre che madre di cinque figli. Soprattutto, secondo i carabinieri di Palermo che nella mattinata di mercoledì 16 dicembre hanno eseguito 38 fermi, è la donna che gestiva la cassa  della famiglia più influente di Cosa nostra a Palermo, quella di Porta Nuova.

A Palermo, Roma, Milano e Napoli, i carabinieri del comando Provinciale di Palermo hanno fatto scattare la retata all’alba: 38 i fermi emessi dalla Dda nei confronti di capi e gregari dei clan di Palermo Porta-Nuova e Bagheria. Le accuse sono associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, illecita concorrenza con minaccia o violenza, detenzione illegale di armi e turbativa d’asta.

L’inchiesta, spiega l’agenzia Ansa,  ha evidenziato il ruolo della Marino, moglie del boss Tommaso Lo Presti che gestiva gli affari su ordine del marito detenuto. La donna avrebbe gestito ogni attività criminale dell’associazione mafiosa secondo le direttive impartite dal marito detenuto, condizionando costantemente le attività illecite anche degli altri affiliati e capi famiglia, in particolare nel settore del traffico degli stupefacenti. La moglie del capomafia avrebbe tenuto la cassa della consorteria: “Questa mattina ho visto il conto? Cioè mi sono rimasti quindicimila euro?”, dice in una intercettazione. Immedesimandosi nella condizione delle mogli dei detenuti, la consorte del boss rivolgeva particolare attenzione al sostentamento delle loro famiglie. “Appena le porta…io glieli faccio avere, dille così”, assicurava e a un mafioso libero. Consapevole di quanto la cosa stesse a cuore, aggiungeva che sarebbe stato disposto a farlo anche di tasca propria (“glieli stavo dando io, di tasca mia”).

Repubblica ricostruisce così la figura di Teresa Marino, una leader sempre lucida e in qualche modo anche “sindacalista”:

Donna Teresa è anche cugina di un altro boss di Porta Nuova, Tommaso Di Giovanni. Prima che anche lui finisse in carcere, assieme discutevano del bilancio di Cosa nostra. E la più lucida era sempre lei: “Per ora siamo combinati male”, diceva, raccontato la situazione di molte donne di mafia alle prese con l’arresto dei mariti. Donna Teresa boss ma anche inedita sindacalista. E perorava qualche causa: “Quella ha bisogno per la bambina”. E lo diceva non con il tono della preghiera, ma del consiglio accorato al padrino. Quando poi anche Tommaso Di Giovanni è finito in carcere, le parole di donna Teresa sono diventate ordini, sono diventate il canovaccio dei nuovi investimenti della cosca. Uno su tutti, la vendita dei frutti di mare, vendita in monopolio a Palermo, scalzando tutti i concorrenti. Perché i proventi illeciti, dalla droga alle estorsioni, vanno investiti.

Questo dice il nuovo corso di donna Teresa. Attenta alle esigenze delle altre donne di mafia, ma anche severa con loro. Un giorno rimproverò la moglie di un mafioso che si era permessa di andare direttamente da Tommaso Di Giovanni, senza passare per la scala gerarchica del clan. Disse: “Non ti devi allargare, perché sei andata da mio cugino a chiedergli i soldi? (…) Sono tutti in carcere, per ora siamo tutti combinati male”. Cosa nostra siciliana sembra davvero in difficoltà dopo la raffica di arresti e processi.