Indipendentista sardo Doddore Meloni, due giri di catena al collo, a casa

Pubblicato il 17 Febbraio 2013 - 20:58| Aggiornato il 9 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

TERRALBA (ORISTANO) –  L’ indipendentista sardo Salvatore ‘Doddore’ Meloni, sparito tre giorni fa in circostanze ancora misteriose, si è presentato alla porta di casa sua con due giri di catena al collo, pieno di lividi, affamato e assetato.Il giallo della sua sparizione resta ancora tutto da decifrare.

Alla Polizia, che lo ha subito interrogato, Meloni ha dichiarato di essere stato sequestrato.

Doddore Meloni  era scomparso giovedì 14 febbraio. Meloni, 66 anni, autoproclamato presidente di una Repubblica, quella di Malu Entu (l’ isola disabitata di Mal di Ventre, al largo delle coste di Oristano) che nessuno Stato ha mai riconosciuto, è il leader del partito Meris in corsa per le elezioni 2013 Nel 2010 aveva chiesto a Berlusconi di portare la salma di Bettino Craxi a Caprera accanto a quella di Garibaldi.

L’allarme era scattato intorno alle 19 con il ritrovamento di un volantino di rivendicazione del sequestro firmato da un gruppo totalmente sconosciuto agli investigatori, ‘I Guardiani della Nazione’, che condizionava il rilascio al ritiro della lista dalla competizione elettorale. Di lui nessuna traccia.

Tre giorni di silenzio accompagnati solo da qualche insinuazione sulla possibilità che la scomparsa nascondesse una simulazione di rapimento per richiamare l’attenzione dei media sulla propria lista. Un’ipotesi mai presa in considerazione dai militanti e i candidati di Meris: nessuno di loro ha mai avuto dubbi sul sequestro, un’azione, secondo lotro, che mirava a bloccare il progetto politico di Doddore, quello di dichiarare l’indipendenza della Sardegna.

La svolta domenica 17 sera intorno alle 20. A quanto ha detto Meloni, i suoi rapitori lo hanno rilasciato nella zona di Uras, poco distante da Terralba, suo paese di residenza. E’ stato visto vagare lungo la statale 131 e alcuni automobilisti lo hanno riconosciuto dando l’allarme.

Il primo ad attivarsi è stato il nipote, che si è subito messo in macchina per andare a prenderlo. Nel frattempo, però, Doddore Meloni aveva già trovato un passaggio e stava andando verso casa. Quando i familiari gli hanno aperto la porta aveva ancora due giri di catena intorno al collo ed era, a quanto hanno riferito i militanti del suo partito, ”stanco e provato da una prigionia durissima. Lo tenevano legato a una sedia e lo picchiavano ripetutamente durante gli interrogatori. Non gli hanno mai dato né da bere né da mangiare”.

”Sta male, molto male”, ripete la famiglia. Ma l’indipendentista ha rifiuto il ricovero in ospedale, anche se si è fatto visitare dalla dottoressa della guardia medica. Dopo l’abbraccio con i familiari, Meloni è stato ascoltato dal dirigente della Squadra Mobile di Oristano, Pino Scrivo. Soltanto intorno alle 23 sono arrivati il procuratore della Repubblica, Andrea Padalino Morichini, e il sostituto Rossella Spano, titolare dell’inchiesta con un fascicolo già aperto per sequestro di persona non a scopo di estorsione. Presente anche il questore Piernicola Silvis: ”Non chiedetemi nulla, manteniamo la linea decisa con il silenzio stampa”,  ha detto ai giornalisti.