Terranuova, Clara Sannini fracassa la testa del marito Enzo Canacci col mattarello e tenta di togliersi la vita

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Settembre 2017 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Terranuova, Clara Sannini fracassa la testa del marito Enzo Canacci col mattarello e tenta di togliersi la vita

Terranuova, Clara Sannini fracassa la testa del marito Enzo Canacci col mattarello e tenta di togliersi la vita

AREZZO – Terranuova, Clara Sannini fracassa la testa del marito Enzo Canacci col mattarello e tenta di togliersi la vita. A trovare il corpo senza vita di Canacci, 62 anni, è stata la figlia di 25 anni che ha dato l’allarme ai carabinieri. Subito dopo ha trovato la madre, Clara, che aveva tentato di togliersi la vita ingerendo dei farmaci. L’omicidio a colpi di mattarello è avvenuto la sera del 25 settembre in una casa di Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo. Moglie e marito stavano litigando quando la donna ha iniziato a colpirlo a morte. Per l’uomo, all’arrivo del 118, non c’era più niente da fare, mentre la moglie è ricoverata in ospedale.

Il quotidiano La Nazione scrive che la Sannini ha fracassato la testa del marito Canacci con un mattarello e che l’uomo era molto conosciuto in città, essendo stato per anni il presidente dell’Avis e molto attivo nel volontariato:

“Alle 22.35 l’allarme della figlia, “Mio padre è in terra con la testa fracassata” ha gridato. I sanitari sono accorsi dandole intanto indicazioni per eventuali tentativi di rianimazione. Poi si sono affacciati sul luogo del delitto, tra il bagno e il corridoio, lui già morto o negli ultimi istanti di vita. Sul divano la donna, che poi avrebbe anche confessato il delitto, tra il pianto della figlia e le luci accese in una delle case. Già nel pomeriggio ci sarebbe stata una lite tra l’uomo e la donna, forse il preavviso di quello che stava per succedere.

Infine la scintilla fatale, ancora sconosciuta e sulla quale i carabinieri stanno ricostruendo l’intero episodio. Le prime indicazioni dicono che l’uomo era ormai da qualche anno gravemente malato, colpito da un ictus, in difficoltà a muoversi, appeso al suo bastone, in balìa di una malattia irreversibile. Si è nascosta lì la radice del delitto, nell’esasperazione e nell’angoscia che ti crescono dentro mentre ti dedichi ad assistere allo stremo l’uomo della tua vita fino a che esplodi? E’ l’ipotesi che si fa ancora campo nell’amara notte di Terranuova: nel buio, alla periferia di una città in festa, all’ora del grido d’allarme ancora migliaia di persone in centro, nella quattro giorni almeno trecentomila. All’oscuro di quello che intanto stava covando in una famiglia, una famiglia come tante altre, alle prese con la tentazione irresistibile e maledetta del delitto”.