Terremoti, possibile prevederli? Oggi come il 1957…

di Fedora Quattrocchi
Pubblicato il 31 Maggio 2016 - 14:01 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto Castel Giorgio

Terremoto Castel Giorgio (foto da Ingv)

ROMA – Mi interessa raccogliere un invito ad una riflessione personale su una zona sismica particolare, sede di faglie distensive come quella che si è mossa ieri sera e con presenza di fluidi nel sottosuolo, zona che nel passato mi ha impegnato in studi e ricerche, fin dagli anni novanta per conto di INGV e in parte anche dopo.

Lunedì 30 maggio, sera tardi, alle 22:24 un terremoto di Magnitudo 4.1, seguito da repliche, si è verificato con meccanismo focale distensivo (faglia diretta ad andamento circa appenninico NW-SE) nella zona di Castel Giorgio, al confine umbro-laziale (coordinate 42.71, 11.96) ad una profondità calcolata inizialmente di circa 15 km tutto prontamente riferito dai bravi colleghi sismologi di turno e poi raffinata meglio da studi di dettaglio che pongono la profondità intorno invece ai 5 km.

E’ stato avvertito in ampia zona, come ormai noto, nei comuni limitrofi, comprese le località di Castel Viscardo, Bolsena, Grotte di Castro, Acquapendente, Orvieto, ed altri. La scossa si è verificata con epicentro in superficie a meno di 10 km dalla scossa principale della lunga sequenza sismica del 6 dicembre 1957 (coordinate 42.71, 12.03 considerate le reti sismiche di allora), che distrusse circa 500 case su 600, quante ve ne erano allora a Castel Giorgio, con una profondità ipocentrale del terremoto che sembrerebbe essere stata allora minore di quella della scossa attuale.

Sia ieri che nel 1957 la scossa principale fu accompagnata da un boato o rombo come lo interpretano localmente i cittadini impauriti, come tipicamente accompagna un ipocentro molto vicino a chi avverte questo tipo di effetto in una zona con faglie attive e presenza di fluidi nel sottosuolo, come noto. A quel tempo, nel 1957, dicono i cittadini locali, l’ING (Istituto di Geofisica, ora divenuto INGV) praticamente era inesistente e certo – aggiungo io – ancora non aveva trovato sulla sua strada fondi e personaggi – ancorchè “machiavelliani” se vogliamo – che avessero dedicato tutta la vita per accrescere tale ente ING-INGV, senza magari accrescere prioritariamente i propri proventi privati o ditte private a sé stessi riconducibili, come molti boiardi di Stato son soliti fare oggi rispetto a quelli del passato.

Ora invece INGV è un grande ente e coloro che han criticato chi lo ha accresciuto ottenendo massimo punteggio ANVUR (Ente Valutatore della Ricerca Pubblica) del Ministero MIUR prima del 2011, magari usano la politica più di prima e magari lo fanno per interessi e carriere personali e non per accrescere enti di ricerca pubblici internazionali come INGV. Ora, rispetto al 1957 si ha una rete sismica digitale e non più analogica con un ordine di grandezza e più di numero di stazioni sismiche funzionanti e tanti giovano, moltissimi precari, che stanno dietro alle parti più difficili.

Magari invece in altre discipline, allora come oggi, il numero di stazioni in continuo è inesistente, mi riferisco in particolare agli studi sismogeochimici, con monitoraggio in continuo, che all’oggi ho potuto mantenere in vita insieme ad altri del gruppo – con stazioni di ricerca multiparametriche complesse e dedicate – solo in alcune zone italiane e straniere, per mancanza di fondi, di personale e di solidarietà tra colleghi delle varie diverse discipline più forti. E sia.

Mi rifiuto comunque di dedicarmi a stazioni sismo geochimiche commerciali o monoparametriche, quasi inutili a mio avviso ai fini di ricerca. Faccio alla fin fine altre ricerche ! A quel tempo, nel 1957, era praticamente assente anche il Dipartimento di Protezione Civile come lo vediamo oggi, ma sempre, allora come oggi, alla fin fine erano i Vigili del Fuoco ad intervenire, con coraggio e prontezza ed erano assente tante figure burocratiche intermedie, super-pagate, che certo non si vanno ad infilare tra le macerie come fanno i vigili del fuoco o altre categorie sul campo coraggiose ed efficienti, comprese quelle volontarie delle Misericordie, che certo non hanno gli stipendi di funzionari di un certo tipo.

La storia si ripete anche oggi come allora: tutti a dormire nelle macchine, con le coperte, con le tende nel giardini, allora avevano le Fiat 1100 in pieno boom economico, tanta speranza ma ancora poca scolarizzazione, meno viziati di oggi, con brodini e gavette che ancora gli anziani se lo ricordano e raccontano. Oggi hanno anche le jeep giapponesi a buon prezzo, per girare le meravigliose colline di Castel Giorgio, Torre Alfina e dintorni e magari rispetto ad allora molti hanno abbandonato la terra a causa delle tasse alte alla agricoltura, dicono imbronciati, ed altre deviazioni della politica che accaparra soldi a scapito di chi lavora veramente.

Ma veniamo al dunque: oggi rispetto ad allora, con la scolarizzazione e la diffidenza verso certe istituzioni, i cittadini vogliono sapere in prima persona, si fidano di chi è stato onesto intellettualmente, magari singolarmente, con costanza della ragione e dei giusti e chiedono di essere informati su tutto lo scibile: cibi che mangiano, acque che bevono, industrie che producono, faglie nel sottosuolo presenti, fluidi circolanti e gas che arrivano fino alla superficie e vogliono partecipare del sapere degli scienziati. Si chiama “democrazia partecipata” nella scienza, anticamera della “democrazia partecipata” in politica.

I cittadini – quelli di Castel Giorgio più di altri – hanno diritto quindi di sapere con “dovizia di particolari, con cortesia e con solerzia” quel che accade nel loro suolo e sottosuolo e che qualcuno glielo spieghi senza disonestà intellettuale o conflitti di interesse di alcun tipo: i cittadini vorrebbero, su argomento terremoti – un ruolo attivo anche nella partecipazione delle ricerche. Vogliono formare i loro figli su questo argomento. Dico questo perché è da ieri che diversi cittadini della zona – sarebbe troppo lungo spiegare come mai i cittadini di quella zona mi conoscano – mi chiedono come mai il mio questionario di ricerca che studia i fenomeni transienti, sismogeochimici soprattutto, possibilmente associati anche a forti terremoti, non sia on-line sul sito web anche dei loro comuni interessati dal sisma. Se lo chiedono perché invece tale questionario è già su rete web nella Provincia di Perugia, a Pietralunga in particolare ed a Bagni di Lucca come sito pioniere del questionario stesso dal 2013.

Che rispondere ? Che non ho un gruppo di lavoro per farlo su tutti i comuni italiani ? E’ la verità. Siamo pochi a portare avanti queste indagini ed io rivolgo un invito a tutti a collaborare insieme serenamente su questo interessante ed utile argomento. Il questionario di ricerca infatti, e sottolineo “di ricerca” perché ancora non comporta una operatività “early alarm” di alcun tipo, ha un titolo: “La terra ti parla: impara ad ascoltarla” che certo non si riferisce e non si deve riferire ai terremoti, perché i fenomeni transienti di vario tipo, siano essi chimici, fisici o di fisiologia degli animali dotati di “sensoristica” particolare, possono essere associati ad altro (frane, degassamenti o cause non legate alla geologia stessa).

Nel comune di Spoleto ad esempio è stato sancito il questionario su web con Decreto Sindacale N. 103 del 22/12/2015 dal massimo sovrano di un comune sul suo territorio, un sindaco attivo e coraggioso, che ha seguito un altro sindaco attivo e coraggioso, quello di Pietralunga, Mirko Ceci, anch’egli incuriosito di quanto svolto a Bagni di Lucca, sotto l’attenta moderazione giornalistica di Paolo Mandoli de La Nazione nel 2013, durante la sequenza sismica della Garfagnana, che organizzò a suo tempo eventi di comunicazione con i cittadini. Tali eventi di informazione aperta sui transienti sismo geochimici prima, durante e dopo i terremoti, si auspicano anche per i Comuni di Castel Giorgio e dintorni, a promozione del questionario sperimentale, nuovo e dalle grandi prospettive: riesce in tempo reale ad informare gli esperti che ci si vogliano dedicare, di fenomeni anomali ravvisabili da loro stessi su suolo, vale a dire “inusuali” per i cittadini stessi.

Essi conoscono bene e più di ogni altro il loro territorio, relativamente a : variazioni nelle falde in termini di temperatura, presenza di odori di gas, livello della falda acquifera, presenza di fratture con gas o vegetazione anomala, assenza di vegetazione e macchie su prati, comportamento anomalo degli animali. Ormai esiste ampia letteratura su tutto questo da decenni, come mi hanno spronato a studiarne Enzo Boschi e Renato Funiciello, per anni, anche con qualche fondo istituzionale, ma soprattutto mi andai a pescare diversi fondi comunitari tra il 1995 ed oggi.

Recentemente negli ultimi 3 anni un incentivo verbale mi arrivò anche dal Presidente INGV , da poco fuoriuscito – Stefano Gresta – in una riunione presenti “membri del DPC”, ma certo non ho ricevuto fondi negli ultimi anni per propagare queste mie ricerche in Italia, comprese nelle zone geotermiche, ad idrocarburi e di stoccaggio gas, che è la materia che ora insegno a ingegneri energetici a università Tor Vergata. Così molti comuni come Castel Giorgio possono autonomamente trovare le poche risorse interne che servono per allestire il questionario suddetto e far contenti i cittadini.

A Pietralunga nel 2015 una mia laureanda Lara Milli ha anche vinto un premio alle migliori lauree 2015 istituito dall’Ordine Nazionale dei Geologi (Prof. Tortorici) per aver studiato questi argomenti ed installato il questionario presso il suo comune dove ora essa è consigliera comunale, con deleghe alle attività di protezione civile. Io credo che questo sia un modello da asportare anche nei comuni ora interessati dalla sequenza sismica di Castel Giorgio: formare all’università con noi dei geologi o ingegneri ambientali locali, con tesi di laurea dedicate ai transienti sismogeochimici ed all’uso del questionario di ricerca suddetto e poi lavorare in loco senza che siamo noi da Roma a seguire le attività quotidianamente, perchè lo possono fare loro direttamente.

I cittadini a sua volta hanno un ruolo fondamentale perché sono – con i loro animali – le sentinelle primarie del territorio. Non vi è “populismo scientifico” in tutto questo ma un semplice esperimento di “democrazia partecipata” nella scienza in tempo reale ed on line su web. Addirittura il Comune di Bagni di Lucca ha mandato – con poca spesa – il questionario a tutti i cittadini di modo che anche quelli con poche capacità digitali al PC abbiano il foglio cartaceo, che possono prontamente recapitare al comune se una delle domande poste da questionario coincide con quello che vedono e sentono sul loro suolo, giardino, boschetto, animale domestico, etc…

Serve in generale un riequilibrio tra discipline scientifiche che si dedicano allo studio dei terremoti, nell’esatta consapevolezza che la gestione di enti e gruppi di ricerche non è altro che la onesta ripartizione delle risorse e se le discipline propriamente “sismologiche” hanno ormai centinaia se non migliaia di operatori, pochissimi ormai si convertono/dedicano allo studio dei transienti a breve termine, vale a dire non alle previsioni probabilistiche a medio lungo-termine (mesi, anni, decenni, millenni) ma a studiare quello che avviene di fisico e di chimico e di fisiologico prima di frane, terremoti, degassamenti improvvisi, etc…

Ovvio che siamo lontani dalla previsione deterministica dei terremoti, ma da essi ci si salva o costruendo bene le case, ma in mancanza di questo ? Non evacuando per mesi intere città ovviamente ma dal sapere pochi minuti prima o poche ore prima che qualcosa sta per accadere e le teorie scientifiche ed i dati sperimentali a supporto di questo ormai sono tanti. Ho raccolto testimonianze video in molte zone italiane incluso il famoso video del terremoto di Avezzano in cui certi anziani han raccontato di essersi salvati grazie ai loro animali e questa scienza è tutta da capire e da studiare ancora. Non sono giustificati discorsi che ho sentito nel passato: “la previsione non è possibile”.

Meglio dire “la previsione non è ANCORA possibile” ed altrimenti i cittadini potrebbero anche ingenuamente ma giustamente chiedere: se sono solo gli ingegneri sismici che salvano i cittadini nel costruire bene le case allora le altre discipline più prettamente geologiche, geochimiche e geofisiche come sono ripartite, congegnate ed utilizzate nel breve e brevissimo termine, rispetto a sequenze sismiche in atto o in procinto di accadere ? In ultima analisi il cittadino si chiede come vengono ben spesi i fondi pubblici nel capire sia la sorgente sismica (e questo è sacrosanto) ma anche che tutto ciò che accompagna i processi di preparazione di eventi sismici, soprattutto in zone ricche in fluidi nel sottosuolo come nel caso di Castel Giorgio. Quindi forza anche a Castel Giorgio: diveniamo tutti piccoli scienziati e si lavora insieme e chi non è esperto in transienti del proprio suolo e sottosuolo troverà noi veterani pronti a rispondere alle sue domande. Noi docenti diamo i voti più alti a chi fa più domande non a chi rimane chiuso nel suo cortile e sapere.