“Presto scossa 7 in Calabria” “Falso”. Ma i terremoti si possono prevedere?

Pubblicato il 31 Maggio 2012 - 17:54 OLTRE 6 MESI FA

(Foto Lapresse)

ROMA – La protezione civile dice che non è possibile prevedere i terremoti. Ma gli scienziati sembrano contraddirsi. L’ultima “previsione” l’hanno fatta i ricercatori dell’Enea di Bologna, ovvero l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Secondo loro un terribile terremoto di magnitudo 7,5 potrebbe verificarsi a breve tra la Calabria e la Sicilia. E poi c’è chi è certo che si possa fare, come Giampaolo Giuliani, il geologo che studiando il Radon dice di poter prevedere un terremoto 6-24 ore prima che avvenga e che, il 6 aprile 2009, disse di aver previsto quello in Abruzzo. Anche questa volta secondo Giuliani l’evento era perfettamente prevedibile: bastava leggere bene i sismografi per vedere che lo sciame sismico si stava intensificando e l’epicentro si stava spostando verso Mirandola. Le sue ragioni le ha spiegate due giorni fa a Beppe Grillo che lo ha “ospitato” sul suo blog.

Ma la verità qual è? I terremoti sono davvero prevedibili o è solo allarmismo gratuito e speculazione di chi vuole a tutti i costi trovare un colpevole? L’allarmismo non viene condiviso nemmeno dall’Ingv, ovvero la massima autorità in fatto di terremoti. Il presidente Stefano Gresta ha commentato: “Si sta facendo allarmismo, e in qualche modo anche terrorismo approfittando dell’emotività del momento per fare pressione e accaparrarsi qualche centinaio di milioni di euro per la prevenzione sismica. Sappiamo che la Sicilia orientale è ad alto rischio sismico, ma lo sappiamo non perché ora sarebbe stato messo a punto un esperimento scientifico, ma da quello che ci dice la storia. Le previsioni attualmente hanno un margine di errore e di incertezza troppo ampio per poter essere utilizzate nella pratica. E chi ha fatto quelle previsioni non ha detto quanti falsi allarmi ha generato negli anni quello strumento, quante volte è stato previsto un evento che poi non si è verificato. E che facciamo, spostiamo milioni di persone per due anni e blocchiamo mezza Italia per un evento che magari poi non si verificherà?”.

Per scongiurare questi episodi che l’Ingv definisce di terrorismo, o se volessimo spendere un neologismo di “terremotismo”, per descrivere la psicosi da previsione sismica, c’è però una notizia rassicurante: l’Ingv sta sperimentando un algoritmo di previsione che, riguardo l’Emilia, dà con una certa probabilità un terremoto di magnitudo superiore a 4 o a 5.5: “Vi posso dire che nelle prossime 24 ore c’è il 28% di probabilità per un sisma di magnitudo 4 – ha detto Gresta –  e l’1% per la magnitudo 5.5, ma si tratta solo di probabilità. E noi adesso daremo ogni giorno questi dati alla Protezione civile”.

Dunque il dibattito scientifico resta aperto, ma non si può contraddire la Protezione civile quando “ribadisce che lo stato attuale delle conoscenze non consente di stabilire quante scosse e di quale intensità potranno ancora interessare la stessa area”. Per il momento la risposta ufficiale a chi si chiede cosa accadrà è la seguente: “Gran parte del territorio nazionale è caratterizzato da pericolosità sismica e, quindi, non si può escludere che in qualsiasi momento possano verificarsi terremoti anche di forte intensità”.