Il Ministero: “Pronti ad abbattere le opere d’arte se ci sono rischi”

Pubblicato il 31 Maggio 2012 - 09:55 OLTRE 6 MESI FA

Finale Emilia (Foto LaPresse)

ROMA – Il ministero dei Beni culturali si dice pronto ad abbattere torri, campanili o altri edifici storici se ci sono rischi in caso di terremoti: lo ha detto il prefetto Fabio Carapezza Guttuso, responsabile dell’Unità di coordinamento nazionale dei Beni culturali, al Corriere della Sera.

“Situazioni statiche particolarmente drammatiche, legate soprattutto all’incolumità delle persone, potranno portare a scelte dolorose e non facili. In taluni casi la Direzione regionale dei Beni culturali potrà decidere per l’abbattimento”.

L’obiettivo è riaprire le “zone rosse”, rendendo agibili i centri storici delle città. In questi giorni di post-terremoto i Vigili del fuoco specializzati nella messa in sicurezza dei beni culturali danneggiati sono sempre accompagnati da un tecnico del ministero dei Beni culturali che valuta la condizione degli edifici storico-artistici.

Così i vigili con i funzionari recuperano quadri, sculture e suppellettili e li catalogano. A volte ne registrano persino la posizione con il Gps. Stesso discorso per le macerie, che vengono catalogate per poi essere usate per ricostruire gli edifici originari.

L’associazione Italia Nostra teme però abbattimenti indiscriminati: il timore, spiega al Corriere l’urbanista Pier Luigi Cervellati, è che “si ripeta il dramma de L’Aquila dove i pochi soldi a disposizione sono stati usati per costruire il nuovo, quando l’antico aveva bisogno di immediati interventi per poter essere riutilizzato. Così ci ritroviamo con un pessimo nuovo e un antico abbandonato. Una vera sconfitta e una città storica di fatto morta”.