Terremoto Emilia, psicologi: "Convivere con il sisma"

Pubblicato il 4 Giugno 2012 - 20:10 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – E' difficile tornare alla normalita' quando quasi ogni giorno ci sono scosse sismiche. Per chi sta affrontando il terremoto in Emilia, sono tanti i problemi da gestire, non solo pratici ma anche psicologici, come il disturbo post traumatico da stress, la depressione, la paura dei bambini e vecchi lutti che tornano alla memoria. Per aiutarli ad affrontare tutto questo, vari psicologi dell'emergenza hanno predisposto alcuni aiuti.

Secondo il gruppo di ricerca in Psicologia dell'Emergenza dell'universita' di Bologna, che ha realizzato un opuscolo per le popolazioni emiliane, puo' essere utile raccontare la propria esperienza, anche per scritto o social network, cercare informazioni sul terremoto ma senza esagerare, pensare agli aspetti che danno speranza, mantenere le proprie abitudini, dedicarsi ad attivita' piacevoli, fare attivita' fisica e esercizi di rilassamento, aiutare gli altri e non isolarsi.

Nella vita dei campi ci sono molti problemi pratici da gestire, come ad esempio quello della convivenza tra varie etnie, con culture, religioni e cucine diverse che devono convivere insieme. E anche calmare i bambini a ogni scossa che arriva. ''E' importante che i figli non vedano le madri spaventate – spiega Donatella Galliano, vicepresidente della Federazione degli psicologi per i popoli che mercoledi' sara' a Mirandola -. I segnali d'allarme di disagio nei piu' piccoli sono cambiamenti nel sonno, nel cibo, il pianto, isolamento e iperattivita'. E' importante farli sfogare con attivita' ludiche, in modo da liberare l'ansia. Negli adulti puo' esserci invece la riattivazione di vecchi lutti''.

Tra le azioni da fare ci saranno anche incontri con geologi e psicologi, per calmare le paure di nuove scosse. Altro aspetto importante e' quello di non allontanarsi dal proprio paese. ''Dopo il terremoto dell'Aquila – racconta Adima Lamborghini, pediatra di Pescara intervenuta dopo il sisma – il problema principale e' stata l'indisponibilita' di spazi. Il terremoto aveva spazzato via scuole, piazze e punti di ritrovo''. Molte famiglie aquilane, andando sulla costa, ospiti in alberghi, ''hanno perso le radici con la loro terra e hanno vissuto con la paura di non ritornarvi – aggiunge – I bambini da un giorno all'altro hanno visto la famiglia dispersa, perso la loro quotidianita'. Chi e' rimasto invece, pur con i disagi della vita in tenda, ha vissuto meno questo distacco psicologico. E qui in Emilia la gente sta rimanendo, molti si conoscono anche nella tendopoli e cio' aiuta''. A livello di impatto psicologico, lo studio condotto dall'Istituto superiore di sanita' 14 mesi dopo il sisma dell'Aquila ha riscontrato un aumento dei sintomi depressivi e del disturbo post traumatico da stress (dpts). ''In uno studio italiano fatto sulla popolazione generale – conclude Antonella Gigantesco, coordinatore del reparto di salute mentale dell'Iss – il dpts era dello 0,4%, mentre noi abbiamo rilevato nella popolazione dell'Aquila del 4%, 10 volte di piu'. Avere un lavoro retribuito e' un fattore protettivo, cosi' come reti sociali e iniziative di comunita'''.