L’Aquila, Bertolaso a Letta: ”Zittire i giornali”

Pubblicato il 5 Aprile 2012 - 16:54 OLTRE 6 MESI FA

Gianni Letta e Guido Bertolaso

L’AQUILA – Alla vigilia del terzo anniversario del terremoto dell’Aquila spunta una nuova intercettazione riguardante il sisma che ha sconvolto l’Abruzzo e risalente al 7 aprile 2009. La conversazione tra l’ex direttore della protezione civile e Gianni Letta il giorno dopo il sisma che ha colpito la città abruzzese, intercettata dagli inquirenti, è stata pubblicata dal quotidiano Repubblica. Secondo quanto riportato dal quotidiano, Bertolaso avrebbe chiesto a Letta di prendere in mano la situazione: “Questa vicenda dello sciame sismico devi dire ai giornali di tenerla bassa…”

A Letta, dice Repubblica, sarebbe stato affidato il ruolo di calmare gli animi e di tenere a freno i giornali italiani “sulla vicenda dello sciame sismico”. Come a dire che di previsioni non se ne potevano fare e non fare polemiche “per non creare disorientamento”.

Dopo l’intercettazione con l’ex assessore alla protezione civile regionale Daniela Stati, che gli è costata l’incriminazione di omicidio colposo nel processo Grandi Rischi. Ecco un nuovo file riguardante l’ex numero uno della Protezione civile.

“Devi gestire un po’ questa vicenda che già ti ho detto stamattina…quelli che fanno polemiche perché dicono che avevano previsto un terremoto”, chiede Bertolaso all’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

“Sì purtroppo stamattina su qualche giornale c’era”, risponde Letta, “sciame sismico da Trieste a L’Abruzzo…”.

E ancora: “Questa situazione noi l’abbiamo monitorata -continua Bertolaso – noi abbiamo mandato la commissione Grandi rischi la settimana scorsa qui a L’Aquila, su mio incarico, c’era Barberi e Zamberletti. Zamberletti stava male ed è venuto Barberi che ci fa comodo, perché Barberi come sai è un esperto. E’ venuto lui, è venuto Boschi, sono venuti tutti e hanno detto ‘non si può fare assolutamente niente, il terremoto non si può prevedere quello che si sta facendo è il massimo’. Adesso tu devi dire ai giornali che questa cosa qui la devono tenere bassa come polemica. Hai capito? Perché altrimenti andiamo a diffondere un disorientamento totale”.

“Certamente, certamente”, replica Letta. “Mi raccomando”, chiude Berolaso.

In occasione dell’anniversario del 6 aprile Bertolaso ha rilasciato un’intervista al giornale diocesano “Vola”, annunciando la sua assenza in occasione delle commemorazioni. “Non sono venuto all’Aquila non tanto per il disagio che mi ha creato l’etichetta di indagato e di imputato che mi è stata incollata addosso senza alcun fondamento reale, ma perché mi sono reso conto di esser stato scientificamente trasformato in un fattore di divisione, che è esattamente l’ultima cosa che serve agli aquilani per riprendere nelle loro mani il loro futuro”.

Dure parole quelle di Bertolaso. “Ciò che ho visto – ha aggiunto – ad eccezione dell’impegno di tanti amici che non hanno smesso di darsi da fare, non mi ha fatto piacere. Ho visto persone che assumevano in pubblico posizioni critiche per poi dire in privato che a ciò si sentivano costrette, ho visto la sofferenza degli aquilani diventare oggetto di contese correntizie e tra partiti, ho visto tante difese di interessi anche piccoli, molta ingratitudine, buone dosi di egoismo corporativo, categoriale e di gruppo, molto astio che molti hanno contribuito ad aumentare anche strumentalizzando con i megafoni mediatici presunte mie irregolarità sulla gestione di quei materiali utili solo a mitigare l’immenso disagio di chi ha dovuto trascorrere mesi nelle tendopoli”.