Terremoto L’Aquila: i rospi l’avevano previsto 5 giorni prima

Pubblicato il 30 Marzo 2010 - 20:29 OLTRE 6 MESI FA

Peccato non possano parlare, perché i rospi sapevano che L’Aquila sarebbe stata devastata da un sisma, ben cinque giorni prima del terremoto del 6 aprile. I rospi (Bufo Bufo), che erano in piena “stagione dell’amore” e che sono scappati in tutta fretta dal loro sito di accoppiamento, possono infatti sentire un terremoto imminente, avvertendo mutamenti geomagnetici per le onde gravitazionali o cambiamenti nella concentrazione di certi gas.

Testimone involontaria dell’evento, per una pura coincidenza di date, Rachel Grant della Open University di Milton Keynes, che da anni studia il comportamento riproduttivo dei rospi e che era impegnata in una delle sue ricerche a 74 chilometri dall’epicentro del sisma aquilano tra il 27 marzo e il 24 aprile 2009. L’insolita scoperta è stata riportata sul Journal of Zoology.

«Stavamo osservando il comportamento riproduttivo dei rospi – ha spiegato Grant intervistata dall’Ansa – per vedere se risponde alle fasi lunari, come abbiamo fatto negli ultimi quattro anni del nostro lavoro. È stata una coincidenza che il terremoto dell’Aquila sia avvenuto nel periodo dei nostri studi. La stagione degli accoppiamenti dei rospi è normalmente tra fine marzo e aprile».

Con la stagione dell’amore i rospi si recano vicino ai luoghi di riproduzione (solitamente vicino a corsi d’acqua, pozze o stagni) e lì i maschi si aggrappano alle ascelle delle femmine, che poi depositano molte uova che vengono fecondate. I maschi rimangono nel sito fino a fecondazione avvenuta. Gli studiosi britannici hanno studiato il comportamento dei rospi presso il lago di San Ruffino, nelle Marche, appunto a 74 km dall’Aquila.

Ogni sera hanno contato, su un percorso di 2,5 km vicino alla zona, il numero di rospi maschi e di rospi accoppiati. Ed ecco che improvvisamente, cinque giorni prima del disastro aquilano, il 96% dei maschi è scappato senza concludere le “pratiche” dell’accoppiamento. Nessuna traccia neppure di coppie di rospi. Gli studiosi hanno escluso senza alcun dubbio che tra le cause di questa fuga ci siano stati improvvisi cambiamenti delle condizioni meteorologiche, ed altri eventi che possano aver disturbato i rospi.

Quindi che cosa è successo? L’unica ipotesi valida è che i rospi abbiano avvertito l’imminenza di un sisma e, spaventati, siano fuggiti via. Come? “Questo resta da capire”, ha detto la Grant formulando varie ipotesi. I rospi, come molto anfibi, sono dotati di molti recettori geomagnetici sul corpo, e gli anfibi usano il geomagnetismo per orientarsi. È possibile dunque che i rospi abbiano ‘annusato’ dei pericolosi cambiamenti geomagnetici in atto prima del sisma. Inoltre i rospi potrebbero aver sentito cambiamenti nella ionosfera, lo strato più alto dell’atmosfera, prodotti da gas o da onde gravitazionali.

«È possible che altri animali possano prevedere un terremoto – ha detto Grant – ma è molto difficile studiare il fenomeno da un punto di vista scientifico, poiché ovviamente non sappiamo dove avverrà un sisma. Finora tutti gli studi simili sono stati retrospettivi, cioè si è detto di comportamenti strani di vari animali prima di un terremoto, ma in realtà simili casi sono sempre stati riferiti a posteriori. Inoltre il comportamento animale è molto variabile e un comportamento strano osservato prima di un terremoto può essere ripetuto dall’animale anche in altre situazioni, quindi è difficile usarlo per fare previsioni».

«Comunque – ha concluso la scienziata – il comportamento animale potrebbe essere usato in combinazione con indicatori geofsici come anomalie del radon e cambiamenti della ionosfera per fare previsioni a breve termine di eventi sismici».