Terremoto, Marco Santarelli morto. Il padre: “Era sommerso…”

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2016 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto, Marco Santarelli morto. Il padre: "Era sommerso..."

Terremoto, Marco Santarelli morto. Il padre: “Era sommerso…”

AMATRICE – Filippo Santarelli è il questore di Frosinone: nel terremoto di Amatrice ha perso un figlio, Marco, sommerso dai detriti nella casa dove si trovava in vacanza con alcuni amici. E’ partito da Roma, Filippo, quando ha sentito la scossa nella notte. E subito, quando ha visto la devastazione di Amatrice, ha capito che poteva essere successo qualcosa di grave al figlio, 28 anni. Il racconto lo ha raccolto Giusi Fasano per il Corriere della Sera:

«Verso mezzogiorno qualcuno ha gridato: l’ho trovato, l’ho trovato. Io ero lì davanti, mi hanno allontanato…». La voce si spezza, il questore di Frosinone Filippo Santarelli piange. «Non sapevano in che condizioni fosse il corpo, per questo mi hanno tenuto lontano. L’ho visto dopo, il mio Marco, quando l’hanno portato ai giardini, dove arrivavano le salme. Sono stato un po’ con lui. Se ci penso… Non so trovare le parole per dirle quanto dolore c’è in un padre che sopravvive al proprio figlio. Forse non esistono».

Suo figlio aveva 28 anni ed era ad Amatrice in vacanza. «Andava lì ogni estate nella nostra casa di famiglia, invitava sempre qualcuno. Anche stavolta era con due amici. Uno si è salvato ed è riuscito a fuggire, l’altro l’hanno estratto vivo dopo qualche ora. Anche per questo ho sperato fino all’ultimo che potesse salvarsi».

«Quando è arrivata la scossa nonostante fosse piena notte i ragazzi erano svegli, giocavano al computer. Quindi non sono stati sorpresi nel sonno, hanno pensato quali fossero i posti più sicuri e in teoria era tutto corretto. Uno di loro si è messo sotto l’arcata della porta della cucina, l’altro sotto un grosso tavolo di noce massello e Marco sotto l’arcata della sua camera da letto. Però purtroppo la parete ha ceduto e su di lui sono caduti parte del tetto, il secondo e il primo piano. Era sommerso dai detriti ed era praticamente impossibile che ne uscisse vivo».

Da poliziotto e da questore avrà visto disperazione sul volto degli altri tante volte. «Sì, ci pensavo anch’io. Nel nostro mestiere capita di avere davanti feriti o persone che hanno subito lutti gravi. Ma vedere una devastazione così imponente e avere davanti il proprio figlio senza vita. Non c’è un modo per essere preparati a una cosa del genere…».