Terremoto, per la ricostruzione soldi anche da Ue: 30 mln subito

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Agosto 2016 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto, per la ricostruzione soldi anche da Ue: 30 mln subito

Terremoto, per la ricostruzione soldi anche da Ue: 30 mln subito

RIETI – La ricostruzione di Amatrice (Rieti), Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), i tre Comuni del Centro Italia più colpiti dal terremoto del 24 agosto, si farà con fondi nazionali e con fondi europei, ma anche grazie alla Cassa depositi e prestiti, che ha avuto un ruolo di coordinamento finanziario già nella ricostruzione in Abruzzo ed Emilia. Sono queste alcune delle leve su cui sembra puntare il governo per passare dallo stato di emergenza alla fase di ricostruzione post-sisma.

Dal Fondo per le emergenze nazionali, che ammonta in tutto a 234 milioni di euro, sono stati stanziati i primi 50 milioni, mentre a livello europeo il Dipartimento della Protezione civile, nelle prossime settimane, in stretto raccordo con le Regioni coinvolte, coordinerà la predisposizione del dossier per richiedere l’accesso al Fondo di Solidarietà dell’Ue (Fsue). Istituito nel 2012, il Fondo è nato per rispondere alle grandi calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite all’interno dell’Unione: può essere usato per coprire i danni non assicurabili relativi ai primi soccorsi, alle infrastrutture e ai beni culturali.

La domanda di contributo deve essere inviata dal Paese richiedente alla Commissione entro 12 settimane a partire dal giorno del sisma. Tuttavia 30 dei 354 milioni di cui l’Italia potrebbe beneficiare, potrebbero essere stanziati immediatamente senza dover aspettare la fine di tutte le procedure burocratiche.

In Italia il Fondo di Solidarietà dell’Unione europea è stato utilizzato per il terremoto dell’Aquila nel 2009 con 494 milioni di euro erogati e per quello dell’Emilia nel 2012 con 670 milioni. Per la ricostruzione, sull’esempio di Abruzzo ed Emilia, il governo punta a riproporre lo ”schema Cdp”. Dopo i terremoti in queste due regioni si è infatti sviluppato un sistema di collaborazione tra banche ed istituzioni nazionali e locali per la ricostruzione. Nello specifico il governo concede un credito di imposta proporzionale ai danni subiti dal cittadino o dall’impresa e su quel credito fiscale girato alla banca scatta un finanziamento per l’importo definito. L’istituto diventa il pagatore diretto delle imprese per ripristinare immobili e altri beni distrutti. L’istituto sarà garantito dal credito d’imposta che manderà in compensazione.

La Cassa depositi e prestiti ha un ruolo di coordinamento e di raccolta dei fondi destinati alla ricostruzione. Una ricostruzione che verrà fatta secondo il ‘modello Expo’, ossia sotto la vigilanza dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone. L’obiettivo principale è evitare che gli appalti per rimettere in piedi Amatrice, Arquata, Accumoli e gli altri borghi distrutti si trasformino in un’occasione di malaffare e tangenti a discapito della sicurezza.