BRESCIA – Incubo terrorismo anche in Italia: arrestati dei kosovari che propagandavano la Jihad. Tra le cose che scrivevano su internet c’erano frasi come “Papa Francesco sarà l’ultimo pontefice”. Questi kosovari, spiega l’Ansa, sono accusati di apologia di terrorismo e istigazione all’odio razziale. Il blitz, in collaborazione con le autorità kosovare, è scattato contemporaneamente in alcune città italiane e in Kosovo. I presunti jihadisti usavano internet e i social network, dove esaltavano le azioni dei terroristi islamici e si mostravano in atteggiamenti minacciosi (per esempio con le armi in mano).
“Minacciavano il Santo Padre Bergoglio, esaltavano i recenti attentati di Parigi e minacciavano l’ex ambasciatrice degli Stati Uniti in Kosovo”, ha detto Carmine Esposito, questore di Brescia, intervenuto ad Agorà su RaiTre. Gli investigatori hanno trovato frasi come «questo sarà l’ultimo Papa”. “Nelle dimore perquisite in Kosovo nell’ambito dell’operazione – compiuta contestualmente sul territorio italiano e kosovaro – sono state rinvenute armi. Quella compiutasi nella notte è un’operazione condotta in seguito ad un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, dalla Digos e in stretto raccordo con la Procura Speciale internazionale del Kosovo e la Direzione nazionale antiterrorismo del Kosovo. Si tratta di profili di rischio in relazione a derive terroristiche di matrice islamica con particolare riferimento a condotte di propaganda, reclutamento, finanziamento del sedicente stato islamico. I reati contestati a queste persone – conclude il questore – sono apologia del terrorismo e istigazione all’odio razziale”.
“Parigi a lutto, la torre senza luci, 158 morti, questo è solo l’inizio” è uno dei messaggi postati in Facebook da Samet Imishiti, leader del gruppo terroristico. “Oh miscredenti capirete che l’Islam non si combatte, è inutile. I leoni vi hanno lasciato un messaggio e per Allah non dormirete sonni tranquilli, ma voi avete scherzato con i loro messaggi ed avete continuato a bombardare e allora questo è il risultato” continua il messaggio.
In tutto gli arrestati sono quattro Per la prima volta, nei confronti di una di loro, è scattata la misura della sorveglianza speciale. La richiesta è stata avanzata direttamente dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti.
Quello che è considerato la ‘mente’ del gruppo, un cittadino kosovaro che ha vissuto diverso tempo in Italia, è stato arrestato in Kosovo dalle autorità di quel paese, mentre gli altri tre sono stati arrestati in Italia, dove vivevano da tempo. Contestualmente agli arresti, gli investigatori hanno fatto scattare una serie di perquisizioni a Brescia, Vicenza e Perugia.
Gli arrestati avevano pubblicato sul web una serie di foto in cui erano ritratti con le armi in pugno. Dalle indagini è emerso che i quattro si erano fortemente radicalizzati, ponendosi su posizioni estremistiche e assumendo atteggiamenti tipici dei militanti dell’Isis.