Terza dose di vaccino Covid a sanitari e tutti gli over 60. Draghi: “Il peggio è passato”

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2021 - 20:51| Aggiornato il 9 Ottobre 2021 OLTRE 6 MESI FA
Terza dose di vaccino Covid a sanitari e fragili, ma non per tutti. Draghi: "Il peggio è passato"

Terza dose di vaccino Covid a sanitari e fragili, ma non per tutti. Draghi: “Il peggio è passato” (Foto Ansa)

Terza dose di vaccino anti-Covid per gli operatori sanitari e per tutti gli over 60. Intanto sono ancora 8,4 milioni gli italiani che non hanno fatto neppure il primo shot del vaccino contro la malattia da coronavirus Sars-CoV-2 (il 15,54% della popolazione vaccinabile), restano nella fascia di età più critica quasi tre milioni di ultracinquantenni (precisamente 2.987.859) non immunizzati.

Covid, Draghi: “Il peggio è passato”

Il peggio, nelle parole del premier Mario Draghi, è però definitivamente alle spalle: “I nostri sforzi congiunti ci hanno aiutato a tenere sotto controllo la pandemia in molti Paesi e a darci la speranza che la sua fine sia in vista”, ha detto il Presidente del Consiglio al summit B20, annunciando la lotta al “protezionismo sui prodotti sanitari” affinché sia difesa “la libera circolazione dei vaccini e delle materie prime necessarie per produrli”.

Su questo il premier punta fiducioso al vertice del G20 a Roma, fiducioso che “alla fine di ottobre raggiungerà un forte impegno per riformare il Wto” (l’Organizzazione mondiale del commercio).

Le somministrazioni proseguono anche in vista del 15 ottobre, data in cui il Green pass sarà obbligatorio sui luoghi di lavoro.

Si annunciano però delle criticità, segnalate dal governatore veneto Luca Zaia, che lancia un appello: “Non possiamo mettere in difficoltà le aziende – dice – . Se il Governo non prende in mano questa situazione prima del 15 sarà il caos. Facciamo in modo che le aziende possano usare i test ‘fai da te’ e se la vedano direttamente con i loro lavoratori”.

In Veneto ci sarebbero 590.000 persone in età lavorativa non vaccinate: “Anche fossero solo la metà che non lavorano – spiega Zaia – ne avremmo 300-350.000 da testare ogni 48 ore. Impossibile”.

Anche per questo la corsa alle inoculazioni continua: l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea come “una più elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti”.

Secondo l’ultimo report aggiornato del Governo, sono 3.996.994 le persone senza ancora una dose nella fascia di età dei 20-49 anni e 1.408.268 in quella dei 12-19 anni.

Terza dose di vaccino anti Covid: la linea italiana

Per quanto riguarda la terza dose di vaccino anti-Covid, invece, il ministero della Salute chiarisce che “l’orientamento in Italia è quello di offrirlo agli over-80, alle persone nelle Rsa e agli operatori sanitari a partire da quelli over-60. Naturalmente – chiarisce il direttore della Prevenzione del dicastero Rezza – è importante assicurare comunque questa possibilità a tutti i sanitari. E’ possibile che a breve venga emanata una nuova circolare che dia indicazioni più precise che riguardi i pazienti iper-fragili, ma non si pensa per il momento a un richiamo universale su tutta la popolazione”.

Resta aperta la questione dei cicli vaccinali fatti all’estero. Anche su questo Rezza assicura che nei prossimi giorni verrà presa una decisione in merito: ci sono due ipotesi allo studio, una di queste è di effettuare una ulteriore dose addizionale con un vaccino a mRna in chi è vaccinato con sieri non riconosciuti dall’Ema (ad esempio lo Sputnik).

Vaccini all’estero 

L’Italia si mobilita anche sul fronte della solidarietà per i Paesi più in difficoltà sull’acquisto del siero anti-Covid.

Il primo a sensibilizzare le istituzioni sulla questione è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che spiega: “L’Africa ha avuto solo il 2 per cento dei vaccini: c’è un problema di equa distribuzione che va risolto subito. La vera risposta è stimolare l’industria farmaceutica africana”.

E sul fronte Covax (il programma internazionale che ha come obiettivo l’accesso equo ai vaccini anti Covid), il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aggiunge: “Abbiamo finanziato la Facility con 345 milioni di euro e doneremo 45 milioni di dosi di vaccini entro l’anno corrente”.