Testamento solidale: 16 “no profit” spiegano perché farlo

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Maggio 2016 - 15:02 OLTRE 6 MESI FA
Testamento solidale: 16 "no profit" spiegano perché farlo

Testamento solidale: 16 “no profit” spiegano perché farlo

ROMA – Testamento solidale, ovvero lasciare una parte del proprio patrimonio alla solidarietà. Sedici organizzazioni no profit hanno lanciato una campagna congiunta per spiegare questo gesto generoso ma ancora poco conosciuto nel nostro Paese.

Nonostante la crisi economica, negli ultimi 10 anni, i lasciti solidali nei testamenti degli Italiani, non solo non sono diminuiti, ma sono addirittura aumentati. Le difficoltà economiche dovute ad una vita sempre più precaria non hanno inciso sull’andamento dei lasciti solidali che non hanno registrato alcuna battuta d’arresto, anzi.

Cresce il loro valore economico, con un incremento fino al 10% per il 30% delle organizzazioni del Comitato Testamento Solidale, tra il 20% e il 40% per il 15% delle associazioni, di oltre il 40% per un altro 15%. Rimane stabile per una fetta di organizzazioni di poco superiore al 20%. A rivelarlo è l’ultima fotografia sul fenomeno lasciti scattata dal Comitato Testamento Solidale di cui fanno parte 16 prestigiose organizzazioni no profit – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amref, Cesvi, Intersos, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato.

Chi pensa che solitamente ad inserire un lascito nelle ultime volontà sia un donatore regolare dell’organizzazione o che a farlo sia chi non ha una famiglia o degli affetti, si sta sbagliando di grosso. Per quasi la metà delle organizzazioni (oltre il 45% del campione intervistato) si tratta, infatti, di persone che non avevano con loro legami precedenti, bensì sentivano una vicinanza alla causa scelta. A conferma di ciò, il 70% delle organizzazioni dichiara che di rado i donatori rivolgono loro domande per saperne di più su questa forma di donazione. “In Italia è necessario fare cultura sull’importanza di pianificare per tempo la propria successione, sia per disporre dei propri beni in sicurezza sia per aiutare gli altri, anche con piccole somme, attraverso i lasciti solidali – spiega Albino Farina, Consigliere Responsabile dei Rapporti con il Terzo Settore e con le Associazioni dei Consumatori del Consiglio Nazionale del Notariato.

Numerosi i vip e le celebrities d’oltre oceano come il caso di Sting e Bill Gates che si sono posti il problema di cosa fare del proprio patrimonio, riconoscendo nella strada dei lasciti solidali la scelta migliore. Un testimonial di solidarietà non meno importante è Robin Williams che ha destinato i proventi dell’uso dei diritti d’immagine ad associazioni benefiche internazionali. Volendo andare a scandagliare un passato più remoto, ecco spuntare i nomi di Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni, che hanno disposto un lasciato solidale nelle loro ultime volontà: il primo a favore degli ‘Asili Centrali’, degli Istituti dei ‘Rachitici’, dei ‘Sordo Muti’ e dei ‘Ciechi’ di Genova, il secondo, a favore del suo fedele e umile servitore che viveva in condizioni di estremo disagio.

Lina Cavalieri, la cantante lirica e attrice divenuta nel primo novecento un’ideale di bellezza e sensualità tanto da essere definita da D’annunzio “la massima testimonianza di Venere in terra”, nel 1940 sigla il suo testamento lasciando alla Reale Accademia di Santa Cecilia in Roma ‘Lire centomila per la istituzione di una borsa di studio di canto per una giovinetta bisognosa della provincia di Roma’. Enrico De Nicola, primo presidente della Repubblica italiana, stabilì tra le ultime volontà un lungo elenco di donazioni a favore di orfanotrofi, asili, ospizi, parrocchie e anche della sorprendente idea di cancellazione dei debiti per i più poveri del Monte di Pietà di Napoli, a cui fece restituire la biancheria e gli indumenti impegnati. E inserì anche una somma all’Ordine degli Avvocati di Napoli di lire centomila per premiare il migliore lavoro di diritto penale dei giovani giuristi.