Testimonial per le protesi, Primario arrestato: “Io punto al top”

Pubblicato il 31 Marzo 2012 - 00:07| Aggiornato il 20 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE, 30 MAR – Un accordo nato durante una cena. Così è stato per il professor Mario Dini, primario di Chirurgia plastica e ricostruzione estetica all'ospedale fiorentino di Careggi e docente all'Universita' di Firenze, arrestato ieri dagli uomini della guardia di finanza con l'accusa di peculato, corruzione, concussione, falsita' ideologica in atti pubblici e abuso d'ufficio. Nell'inchiesta sono indagate anche altre 9 persone tra medici e informatori scientifici.

L'intesa, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, prevedeva che la Mentor Medica Italia, azienda del gruppo Johnson & Johnson, tra i leader nella produzione di protesi del seno, lo ricambiasse con la partecipazione a 5 trasmissioni televisive l'anno sulle reti Mediaset.

Lui doveva solo garantire l'utilizzo delle protesi della Mentor nell'Azienda ospedaliera di Careggi e nella sua attivita' privata. Per il 2012 la Johnson, secondo quanto riferito da uno degli indagati in una conversazione, avrebbe deciso di investire 20.000 euro proprio su Dini difeso dall'avvocato Mario Taddeucci Sassolini che ancora preferisce non parlare in attesa dell'interrogatorio davanti al gip Paola Belsito previsto la prossima settimana: ''sto studiando le carte – dice il legale -, sono sette faldoni''.

Un'intesa di cui il primario si 'vanta' in una telefonata con un collega: ''Sono su un'altra galassia, un'altra… non voglio essere presuntuoso ma io guardo al top … e' come la classifica Atp – dice il primario – io voglio essere fra i top 20 del mondo''.

''Te considera che la Mentor, che e' la leader mondiale delle protesi mammarie, mi ha scelto come testimonial dell' Italia…'' continua Dini. E oltre a lui ci sarebbero guadagni garantiti anche per i suoi uomini di fiducia visto che un altro dei medici indagati, in una telefonata alla fidanzata, spiega che il primario gli ha garantito ''che se lo seguo in due anni mi fa comprare la casa all'Abetone''.

Ma l'inchiesta avrebbe permesso di ricostruire un vero e proprio spaccato 'desolante'' di come lo stesso primario organizzava concorsi ad hoc per l'ingresso di giovani laureati nella Scuola di specializzazione, concorsi ai quali partecipava un solo concorrente che, almeno in un caso, non sarebbe stato giudicato dalla commissione visto che uno, o forse due, dei commissari, si e' presentato in ritardo e solo per apporre la firma nel verbale d'esame, e anche dei guadagni in nero che faceva frodando, secondo l'accusa, sia il fisco sia l'Azienda di Careggi.

Tanto si sarebbe sentito sicuro da non fermarsi neppure dopo la visita della guardia di finanza nelle abitazioni e negli studi di due altri medici indagati, e solo la paura che una giovane dottoressa uscita dal gruppo dei suoi medici potesse spifferare alla finanza le tante ''visite in nero'' da lui fatte e gli accordi con cliniche e studi privati senza versare soldi all'Azienda ospedaliera come previsto dall'intramoenia, lo spinge ad incontrarla. Ma anche in quell'occasione, secondo quanto poi la dottoressa riferisce ai genitori, il padre aveva messo a disposizione un'apparecchiatura del valore di 100 mila euro, non appare particolarmente preoccupato e la invita ad andare a salutare i suoi ex colleghi.