Thyssen, il rogo del 6 dicembre 2007: “Aiutatemi, muoio”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Aprile 2014 - 00:57 OLTRE 6 MESI FA
Thyssen, il rogo del 6 dicembre 2007: "Aiutatemi, muoio"

Lo stabilimento dopo il rogo

ROMA – Rogo alla ThyssenKrupp di Torino, ci sarà un nuovo processo. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’appello di Torino: è necessario, hanno detto i supremi giudici, rimodulare le condanne per omicidio colposo e omissione volontaria di cautele contro gli incidenti inflitte ai sei dirigenti della multinazionale tedesca dell’acciaio. E i parenti dei sette operai morti nel dicembre del 2007 esprimono la loro delusione: “Gli assassini non sono stati condannati”.

Quella notte tra il 6 e il 7 dicembre del 2007 un’esplosione, seguita da un’ondata di fuoco, aveva trasformato gli operai in torce umane.

La prima telefonata ai vigili del fuoco dall’impianto siderurgico in via di smantellamento è dell’1.43. “Le fiamme ci hanno investito, sembrava un’onda anomala del mare, ma anziché acqua era fuoco”, racconta Antonio Boccuzzi, all’epoca operaio dell’acciaieria, che nell’incendio ha subito ustioni di secondo grado al viso e alla mano destra, me è sopravvissuto.

Dalla vicina caserma di corso Regina Margherita intervengono otto squadre di vigili del fuoco. Davanti agli occhi dei soccorritori uno spettacolo raccapricciante.

Ho visto l’inferno, una scena tremenda. Erano avvolti nelle fiamme e gridavano ‘Aiutatemi, muoio’. Ma era impossibile avvicinarsi, tirarli fuori”, aggiunge Giovanni Pignalosa, accorso da un altro reparto e intossicato dai fumi.

Un operaio, Antonio Schiavone, morì quasi subito. Agli altri (Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi, il più giovane con i suoi 26 anni) toccarono giorni o settimane di straziante agonia.