Tobagi, a 30 anni dalla morte. Fnsi: “La sua lezione è ancora viva”

Pubblicato il 29 Maggio 2010 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA

Walter Tobagi

“Il passato è passato, quod fuit fuit, ma il presente, da cui dipende strettamente il futuro, non può essere ignorato. Quest’ignoranza rappresenta un vero pericolo…”. Queste parole di Walter Tobagi, scritte quando era studente liceale, non ancora giornalista e leader sindacale della professione, sono state scelte dal segretario della Federazione della Stampa, Franco Siddi, per ricordare il giornalista morto 30 anni fa ucciso dalla Brigate Rosse.

“La Fnsi lo ricorda oggi con rimpianto nella giornata conclusiva de 27° congresso mondiale dei giornalisti a Cadice, molto centrato – si legge in un comunicato del sindacato dei giornalisti – sui temi della sicurezza, della cultura di rispetto per l’informazione e per i giornalisti, in troppi luoghi del mondo minacciati e, spesso, soppressi da violenze, da azioni criminali, da atti terroristici o da regimi non democratici.

Ricordare Tobagi da questo congresso, nel quale relazioni e programmi sulla sicurezza e non violenza, sulla necessità di “promuovere una rete di solidarietà internazionale” per i giornalisti vittime dei più gravi attacchi alla propria libertà e alla propria passione civile, sulla volontà di realizzare le campagne contro l’impunità per i delitti a danno dei giornalisti, per la promozione di un giornalismo di qualità e credibile, per noi della Federazione della Stampa Italiana – come per la sua Associazione Lombarda dei Giornalisti di cui era presidente quando venne assassinato – non è un dovere rituale verso la memoria. E’ un atto pieno di contenuto e di profonda solidarietà, che vuole mettere in luce le virtù della tolleranza e del dialogo in una stagione di cambiamento, oggi globale, complicato, anche se differente da allora.

Quello del giornalista era e resta – sono sue parole che non sono mai morte e che non muoiono – “un mestiere che resta duro, artigianale, nonostante l’applicazione delle tecnologie più moderne”. Mai come oggi questa considerazione va irrobustita da un impegno professionale e sindacale non meramente corporativo, né impostato da spinte o esclusive ragioni di fazione.

Walter Tobagi nel sindacato dei giornalisti c’è stato per un tempo breve e intenso, ponendosi e facendo domande anche laddove era più comodo scegliere altre strade. Sapeva quanto gli uomini della violenza terroristica potevano arrivargli vicini (come poi mortalmente hanno fatto) ma continuava a dire: “ Non sono samurai invincibili”.