Tolse multa al figlio, comandante Polstrada indagato

Pubblicato il 21 Novembre 2009 - 21:30 OLTRE 6 MESI FA

«A noi è stata contestata una sola multa irregolare di 140 e rotti euro e nessuna altra ipotesi dalla quale avremmo avuto un vantaggio. Lo stesso dott.Vincenzo Diaferia si chiede: ‘e’ mai logico e possibile che io metta a repentaglio la mia carriera con tanto di encomi e lodi per 140 euro di una multa a mio figlio?’. Nell’inchiesta ci sono altre 3-4 multe irregolari a cui siamo estranei».

E’ il commento degli avv.Gianluigi Lebro e Andrea Pascerini che difendono Diaferia, ex comandante della Polstrada di Bologna (ora comandante del compartimento Umbria della polizia stradale) indagato per abuso di ufficio e falso ideologico in un’inchiesta del Pm del capoluogo emiliano Giuseppe Di Giorgio di cui hanno dato notizia ‘Il corriere di Bologna’ e ‘il Bologna’.

Ad indagare sono stati gli agenti della Polizia Giudiziaria della Polstrada. Oltre a Diaferia sono indagati l’addetto al cervellone verbali (indagato anche per falso materiale) e altri due agenti. Tutti e quattro avrebbero – secondo l’accusa – messo mano al sistema informatico che sovrintende ai verbali, per risparmiare al figlio di Diaferia una multa per eccesso di velocità.

Secondo i giornali che hanno pubblicato la notizia, nell’ inchiesta ci sarebbero anche le contravvenzioni elevate con il Tutor, il vigile elettronico che controlla la velocità su alcuni tratti autostradali. In particolare le multe la cui prima notifica non è andata a buon fine nel cervellone risultavano invece notificate, e quindi veniva emanata la cartella esattoriale della multa.

«Che si parli anche del Tutor lo abbiamo appreso stamattina dalla stampa – hanno commentato Lebro e Pascerini – l’ipotesi accusatoria è molto più ristretta di quello che appare dai quotidiani». Anche secondo l’avv.Mario Carpani, difensore di uno degli altri indagati, non ci sarebbero irregolarità nelle notifiche delle multe Tutor.