ROMA – Ha accoltellato il cognato egiziano, e poi ha fatto perdere le sue tracce, l’albanese di 45 anni evaso dal carcere di Torino. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] L’uomo, in semilibertà, lavora come operaio in una ditta di Moncalieri. Martedì sera non è tornato in cella e si è recato a casa del cognato, alla periferia Sud di Torino. Ne è nata una lite, al termine della quale l’evaso ha ferito con due coltellate il cognato, ora ricoverato all’ospedale Molinette. Il detenuto evaso è poi fuggito ed è ora ricercato dalla polizia per tentato omicidio. L’uomo, fine pena 2022 per droga, prostituzione, armi e altri reati, è evaso dal carcere Lorusso e Cutugno di Torino.
“Il sospetto di una eccessiva facilità nella concessione di benefici ai detenuti nel carcere di Torino – sottolinea Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, l’Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria, nel dare notizia dell’evasione – è ancor più rafforzato dalla circostanza che a Torino i procedimenti disciplinari instaurati nei confronti dei detenuti responsabili di atti violenza, di intemperanze, di comportamenti contrari alle regole interne agli istituti penitenziari sono spesso lasciati decadere per decorrenza dei termini ovvero conclusi in maniera estremamente blanda (con ciò determinando il ripetersi di eventi violenti o critici) a differenza, ad esempio, dei giudizi complessivi annui espressi nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria, di massima, mantenuti per anni al limite della sufficienza e quindi rendendo tale personale a costante rischio di un licenziamento del tutto immeritato”.