Torino, bimbo concepito da sposi separati: padre non può riconoscerlo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Dicembre 2017 - 07:20 OLTRE 6 MESI FA
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Torino, bimbo concepito da coppia separata: padre non può riconoscerlo

ROMA – Un padre non può riconoscere suo figlio perché quando il bimbo fu concepito, in un ritorno di fiamma con la moglie da cui era già separato, i due, non ancora divorziati, non convivevano più. Questo la burocrazia e la legge non lo prevedono e non lo permettono. Così il bambino si ritrova senza padre, nonostante anche la madre sia d’accordo sul riconoscimento e sulla conseguente assunzione de relativi obblighi.

Rivela il caso di ottusità legale e burocratica Carlo Rimini, Ordinario di diritto privato all’Università di Milano, in un articolo denuncia sulla Stampa di Torino.

(…) Dopo sette anni di matrimonio, l’amore finisce: la crisi del settimo anno interrompe la loro vita assieme e ognuno va per la sua strada, senza rancore. Si separano consensualmente. Dopo un paio d’anni si incontrano di nuovo: la sentenza non descrive i dettagli di questo incontro e non spiega come sia avvenuto perché le pronunce dei giudici non si occupano di ciò che è irrilevante per il codice. I giudici scrivono solo che “nasceva un figlio”. Sappiamo però che non è rinato l’amore di un tempo perché la coppia non ha ripreso a vivere assieme e, dopo qualche anno, nonostante la passione di un momento, è stato pronunciato il divorzio.

E il bambino? Il papà ha chiesto di riconoscerlo: è suo figlio e vuole occuparsene. La mamma è ovviamente d’accordo. Hanno chiesto che sia riconosciuto come figlio nato da genitori non coniugati perché, quando il bambino è nato, erano già separati. Separati ma non ancora divorziati. Questa circostanza fa sorgere un dubbio all’ufficiale di stato civile perché la burocrazia è rigida mentre la vita al giorno d’oggi scorre su binari tortuosi e imprevedibili. Viene chiesto un parere all’Associazione nazionale degli ufficiali di stato civile che risponde con sicurezza: il bambino non può essere riconosciuto come figlio di genitori non coniugati perché i genitori erano ancora sposati quando è stato concepito. E quindi? Il padre (che padre ancora non è) pone questa domanda attonito all’impiegato del Comune. Quindi i genitori devono rivolgersi al tribunale che attribuirà al bambino lo status di figlio di genitori coniugati. Possiamo immaginare che ai genitori sia venuto un dubbio: nel 2012 una legge ha cancellato ogni differenza fra i figli dei genitori sposati e quelli dei genitori non coniugati. Quindi quale è la differenza? Di che cosa stiamo parlando?

Ma questo è solo l’inizio del calvario dei due genitori che hanno avuto l’ardire di concepire un figlio quando la loro vita assieme era già finita. Hanno chiesto cosa dovevano fare per rivolgersi al tribunale. La risposta è stata perentoria: è necessario un avvocato. Hanno trovato (e, possiamo immaginare, pagato) un avvocato che ha presentato la domanda. Ma questa è stata respinta. Perché? Il codice civile prevede, all’art. 234, che un bambino può essere dichiarato figlio di genitori coniugati nonostante sia nato dopo trecento giorni dalla loro separazione solo se riescono a dimostrare che comunque è stato concepito “durante la convivenza”. Ma questi due signori non convivevano affatto quando, in un momento di passione, hanno concepito il figlio mentre da anni vivevano separati. Per il loro caso manca la norma, manca “la grida”, come avrebbe detto Azzeccagarbugli (…)