Torino. Bimbo scomparso e poi ritrovato, la madre ammette tutto

Pubblicato il 13 Giugno 2010 - 00:17 OLTRE 6 MESI FA

Ha ammesso di aver inscenato il rapimento. E’ stata denunciata per simulazione di reato e procurato allarme la mamma del piccolo di 18 mesi scomparso e ritrovato nel giro di 24 ore a Torino.

La donna di origini marocchine, secondo quanto spiegato stamani in questura, avrebbe agito con uno scopo protettivo nei confronti del bambino. In precedenza il padre del piccolo, un algerino irregolare, avrebbe minacciato di portarlo via con sé.

Esclusa dagli investigatori, invece, l’ipotesi – pure presa in considerazione ieri – che la donna abbia agito per cercare di far tornare il suo ex da lei. Con la mamma sono state denunciate altre tre persone, delle quali non è stata fornita l’identità, ma che potrebbero essere tra i familiari della donna che hanno custodito il bambino durante la finta sparizione.

 Il bimbo è stato trovato domenica sera attorno alle 20 in via Buniva, nei pressi dell’abitazione dove vive la sorella della mamma del piccolo, casa nella quale il bambino avrebbe trascorso la notte e che gli agenti della Squadra mobile stavano per perquisire.

Ventiquattro ore di angoscia per Adam, scomparso alle 19 di venerdì, a Torino, mentre giocava ai giardinetti sotto lo sguardo della mamma, immediatamente sospettata.

Sono diversi, i particolari che non tornano nel racconto di Fatima, 33 anni, la mamma marocchina del bambino scomparso e ritrovato. “Adam era lì vicino allo scivolo, davanti a me, ma ad un tratto non l’ho più visto”, ha raccontato alla polizia a notte fonda, diverse ore dopo la scomparsa. Eppure alcuni testimoni che ieri sera si trovavano ai giardinetti di piazza Toti, non confermano la presenza della donna e, tantomeno, del bambino.

Le ricerche sono scattate subito. Prima nei pressi dei giardini, dove il bambino è scomparso, poi con l’aiuto dei vigili del fuoco lungo le sponde del Po e del fiume Dora, che circondano il quartiere Vanchiglietta, una sottile striscia di terra in mezzo ai due corsi d’acqua a ridosso del centro di Torino.

Del piccolo, però, nessuna traccia. E allora gli investigatori della squadra mobile e del Commissariato Dora Vanchiglia hanno iniziato a fare domande a parenti e amici della donna. Anche il padre, un algerino clandestino con alcuni precedenti penali alle spalle, è stato a lungo ascoltato negli uffici al primo piano della questura. La coppia si era separata da alcuni mesi e i loro rapporti, a quanto risulta, non erano dei migliori. Lo scorso marzo ci sarebbe stata addirittura una denuncia della donna nei confronti dell’ex compagno per maltrattamenti e per aver tentato di sottrarle il figlio. Le litigate, tra i due, erano frequenti. E in una delle ultime, all’inizio di giugno, sembra che l’ex convivente avesse minacciato la donna di “sparire per sempre”, portandosi via il bambino.

Ma anche la posizione della madre, che ha altri due figli più grandi affidati a una comunità, è finita sotto la lente di ingrandimento degli agenti. Che, mentre si recavano presso l’abitazione di alcuni suoi parenti per perquisirla, hanno notato il bambino seduto su un marciapiede di via Buniva, qualche isolato più in là rispetto alla zona della scomparsa. Le sue condizioni sono buone. Ha trascorso la notte al caldo e, sicuramente, qualcuno si è preso cura di lui mentre la madre e il padre erano in questura, a raccontare la loro versione dei fatti. Storie tutte da verificare, per la polizia.

La polizia ha effettuato in serata una perquisizione in casa dello zio del bimbo. Intorno alle 20 l’uomo, che è il marito della sorella della madre, è stato caricato su una volante della polizia in piazzale Cesare Augusto, dove si trova il Commissariato, ed è stato portato dai poliziotti nella propria abitazione (che si trova vicino al luogo in cui è stato rintracciato il bambino) per la perquisizione.