Torino, cinghiate al figlio e violenze alla moglie: 7 anni di carcere per un 41enne

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2018 - 21:57 OLTRE 6 MESI FA
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Torino, cinghiate al figlio e violenze alla moglie: 7 anni di carcere per un 41enne

TORINO – Prese a cinghiate il figlio “come non si farebbe neppure con un cane”, in una piazza di Torino, con un atteggiamento che “dà la misura della sua bestialità”. Usa queste parole la Corte d’appello per motivare la condanna a sette anni di carcere inflitta a un 41enne processato per maltrattamenti in famiglia, lesioni, violenza sessuale sulla moglie, violazione degli obblighi di assistenza familiare.

L’episodio, che si inserisce in una lunga cornice di minacce, angherie e vessazioni, è del 12 ottobre 2012. Il ragazzino, all’epoca di 13 anni, per sottrarsi alla furia del padre si rifugiò nel commissariato di polizia di Borgo San Paolo. Il fatto, comunque, secondo i giudici basta da solo per dimostrare “la bestialità dell’uomo, che seppure contrariato dal fatto che il figlio non fosse rientrato a casa, non esitò a colpirlo in pubblica piazza a cinghiate come non si farebbe neppure con un cane” (la frase è chiusa da quattro punti esclamativi).

Quanto alla moglie – parte civile con l’avvocato Giulio Calosso – “ha descritto in modo toccante le condizioni di vita che il marito le aveva imposto”, spiegando inoltre che tollerò per anni la sua virulenza per “la mentalità, restia ad abbandonare il coniuge, assillata dai parenti insistenti sull’unità della famiglia a ogni prezzo”.

La famiglia è di origine albanese. L’imputato è stato difeso dagli avvocati Giancarlo Carrega e Carolina Colla. Dopo l’episodio delle cinghiate scattarono le indagini. Ma l’uomo, nonostante il divieto di avvicinamento, continuò a tormentare la moglie andandola a cercare sul luogo di lavoro o all’uscita della scuola frequentata dalla figlia.