Torino, medico e infermiera delle Molinette indagati per le sacche di sangue scambiate

Pubblicato il 9 Settembre 2010 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA

Sono indagati per omicidio colposo Maurizio Sacchetti, 53 anni, medico chirurgo del reparto di chirurgia d’urgenza, e l’infermiera Roberta Leone, di 46 anni infermiera in servizio in pronto soccorso, entrambi in servizio alla Molinette di Torino. Entrambi, scrive Repubblica, sarebbero coinvolti nella morte di Irene Guidi, la donna di 77 anni deceduta nella notte di lunedì 6 settembre in seguito ad una trasfusione sbagliata.

Il plasma che ha ricevuto era quello di un’altra paziente, dimessa dall’ospedale da almeno una settimana. Due  sacche che avevano chiaramente scritto sopra il nome della donna, e non di Irene Guidi. Due sacche che non avrebbero più dovuto essere alle Molinette, dato che la donatrice era stata dimessa.

“È stata violata la procedura due volte – spiegano in Procura – non solo non è stato controllato che il nome della paziente corrispondesse a quello scritto sopra la sacca. Ma quel sangue era di una persona che era già stata trasferita, e avrebbe dovuto quindi essere distrutto o restituito alla banca del sangue”.

La lista dei presunti responsabili degli errori fatali potrebbe allungarsi. Intanto ieri mattina il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, ha fatto una visita a sorpresa in ospedale per vedere di persona la situazione al pronto soccorso e per parlare con i medici. E questa mattina il direttore generale dell’ospedale Giuseppe Galanzino è atteso in piazza Castello per riferire i dettagli e la dinamica dell’incidente.

Una prima risposta per le indagini del Nas di Torino è attesa per questa mattina, dopo l’autopsia sul corpo di Irene Guidi. La donna era arrivata in ospedale sabato mattina con una grave anemizzazione e in condizioni critiche. Il medico legale Roberto Testi nominato dal tribunale dovrà stabilire se i cinque minuti di trasfusione sbagliata abbiano davvero provocato il decesso, o se la donna sarebbe morta in ogni caso.

“Il mio cliente non vuole colpevolizzare nessuno, è molto provato e dispiaciuto per quello che è successo, ma è fiducioso che dall’autopsia emerga un’altra verità, ovvero che quella trasfusione sbagliata non è stata l’unica causa del decesso della paziente, che era arrivata con 5 di emoglobina anziché 14, ed era in condizioni disperate” dice il legale di Sacchetti, Gino Obert. E’ convinto del contrario il pm, Giuseppe Ferrando: “L’errore appare palese ed è stato gravissimo. Tutto il resto è ancora da accertare: chi ha preso la sacca, chi l’ha trasfusa, e perché fosse rimasta lì”.