Torino, tragedia Piazza San Carlo: scontro Procura-Repubblica sulle indagini

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2017 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA
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Torino, tragedia Piazza San Carlo: scontro Procura-Repubblica sulle indagini

ROMA – Torino, tragedia Piazza San Carlo: scontro Procura-Repubblica sulle indagini. A quattro mesi dai tragici incidenti a Piazza San Carlo la sera del 4 giugno in occasione della diretta della finale di Champions League (morì Erika Poletti, i feriti furono più di 1500), a che punto sono le indagini per capire cosa è davvero accaduto e per attribuire responsabilità eventuali anche a chi, a vario titolo, aveva il compito di gestire l’evento? Siamo in alto mare, indagini lente, periti non all’altezza, “cortesia istituzionale”, forse un eccesso di prudenza cioè per non pestare piedi troppo sensibili: in sintesi è la requisitoria del quotidiano La Repubblica come si desume dagli articoli firmati da Ottavia Giustetti e Federica Cravero.

Articolo che non è piaciuto per niente al Procuratore capo di Torino Armando Spataro: il magistrato ha preso carta e penna per una replica puntuta che ha ricevuto una altrettanto acuminata controreplica, e già questo scontro, a Torino, è una notizia.

Ma se Montagnese e Bessone sono indagati per omicidio e lesioni colpose anche gravissime, Appendino viene iscritta in un fascicolo a parte. Quello dei feriti lievi. E, quando si diffonde la notizia del suo coinvolgimento, la procura precisa a mezzo stampa che per lei si tratta di un “fatto dovuto”. (Ottavia Giustetti, Federica Cravero, La Repubblica)

Il procuratore capo non ha risposto a nessuno di questi interrogativi, un silenzio che data la gravità dei fatti, secondo Repubblica, non fa che aumentare la frustrazione dell’opinione pubblica che esige risposte. Spataro invece difende il lavoro della Procura soprattutto dal sospetto affacciato dai cronisti di Repubblica di muoversi con “passo felpato nei confronti del potere”. Dichiarandosi offeso, altro che critica legittima.

Dov’è l’offesa di cui mi dolgo? Nella conseguente convinzione – che viene propalata ai lettori – secondo cui i magistrati della Procura di Torino non rispetterebbero il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, per di più ignorando il dolore e l’ansia di giustizia delle vittime dei reati e dei parenti di Erika Pioletti. Voglio solo dirle, allora, sperando che i cittadini (più che gli autori degli articoli) se ne convincano, che questo Ufficio non conosce la logica dei “passi felpati” nei confronti di qualsiasi potere, ma applica, invece, il doveroso principio della serietà dell’indagine e dell’acquisizione di elementi certi e riscontrati quale fondamento delle proprie conclusioni da portare all’attenzione dei giudici. (Lettera a Repubblica Torino del procurato capo Armando Spataro)