Trapani: uccisi per coprire lo stupro di una bimba, la verità dopo 23 anni

Pubblicato il 16 Febbraio 2013 - 10:56 OLTRE 6 MESI FA

TRAPANI – Un duplice omicidio commesso 23 anni fa. Con questa accusa i carabinieri di Castelvetrano (Trapani) hanno arrestato Giuseppe e Michele Claudio Vaiana. Secondo gli inquirenti sarebbero stati loro ad uccidere, il 24 agosto 1990 in un ovile di contrada Dionisio, a Campobello di Mazara, la sorella Caterina Vaiana, 33 anni, e il suo amante Paolo Favara di 30 anni, per coprire la violenza sessuale sulla nipote. Giunge così a conclusione un’indagine archiviata alcuni anni dopo il delitto e riaperta tre anni fa su richiesta di uno dei figli di Paolo Favara.

I carabinieri hanno impiegato due anni per ricostruire i complicati retroscena che hanno portato adesso agli arresti Giuseppe e Michele Claudio Vaiana. Stando alla ricostruzione degli inquirenti Caterina Vaiana, aveva abbandonato il marito, dal quale aveva tre figli, per Paolo Favara. Questi, nello stesso tempo, aveva intrecciato una relazione con la sorella minore della donna, Francesca, che rimase incinta. A questo punto, la famiglia Vaiana obbligò Favara a sposare Francesca. Ma dopo il matrimonio, e la nascita di tre figli, l’uomo riprese la relazione con Caterina.

In questo quadro irruppe la notizia della violenza sessuale subita dalla bambina, figlia di Caterina Vaiana. La donna uccisa era loro sorella e madre della piccola, che secondo gli inquirenti era stata violentata da uno dei due. L’intento di insabbiare lo stupro sarebbe tra i moventi del delitto, maturato in un contesto familiare molto intrecciato e percorso da forti rancori. Fu la piccola a sfogarsi con la madre e ad accusare lo zio Giuseppe. I Vaiana rovesciarono l’accusa su Paolo Favara.

Poco prima di essere uccisa con il suo amante, Caterina aveva accompagnato la figlia da un ginecologo perché accertasse che aveva subito abusi. A inasprire ulteriormente i contrasti familiari, secondo quanto emerso, anche un prestito di 13 milioni di lire che Caterina Vaiana aveva ottenuto dal fratello Michele Claudio e che non aveva più restituito.