Trattativa Stato-mafia, Mancino: “Non coi boss”. Pm: “Nuova aggravante”

Pubblicato il 27 Maggio 2013 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Trattativa Stato-mafia, Mancino: "Non posso stare a processo coi boss"

Trattativa Stato-mafia, Mancino: “Non posso stare a processo coi boss” (Foto LaPresse)

PALERMO – “Non posso stare nello stesso processo in cui c’è la mafia che ho sempre combattuto”. Nicola Mancino, ex ministro, commenta così l’inizio del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia e chiede lo stralcio della sua posizione al processo. Ma sia i pm che i difensori degli imputati del processo, che si è aperto la mattina del 27 maggio davanti nell’aula bunker del carcere ”Pagliarelli” di Palermo, hanno chiesto un termine per interloquire sulle nuove richieste di costituzione di parte civile presentate oggi. La Corte d’assise ha rinviato il processo al 31 maggio.

La prima udienza alla Corte d’assise di Palermo vede imputati i capi mafia Totò Riina, Leoluca Bagarella e Antonio Cinà, gli ex ufficiali del Ros Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, il pentito Giovanni Brusca e Massimo Ciancimino.

Tra gli imputati anche Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, che è accusato di concorso in associazione mafiosa e calunnia, mentre per gli altro le accuse sono di violenza o minaccia al Corpo politico dello Stato. Stralciata invece la posizione del boss Bernardo Provenzano, posizione che pende ancora davanti al gup perché per i periti il boss non è in grado di partecipare coscientemente al processo, mentre l’ex ministro Calogero Mannino ha scelto il rito abbreviato.

Il procuratore aggiunto Vittorio Teresi e i pm Antonio Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene sostengono l’accusa. La Procura ha citato 178 testimoni tra i quali il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del Senato Piero Grasso.

L’ex ministro Mancino, prima dell’inizio dell’udienza, ha chiarito la sua posizione e chiesto lo stralcio: “Io ho sempre combattuto la mafia, non posso stare nello stesso processo in cui c’è la mafia. Chiederemo uno stralcio. Ho fiducia e speranza che venga fatta giustizia e che io possa uscire al più presto dal processo”.

Parlando dello stralcio, il legale di Mancino ha dichiarato: “Che uno per falsa testimonianza debba stare in Corte d’assise mi sembra un po’ troppo”. Ma il pm Antonio Di Matteo replica: “Quando la verità dovesse riguardare elementi di colpevolezza a carico dello Stato, lo Stato non può nascondere eventuali sue responsabilità sotto il tappeto”.

Anche il procuratore Francesco Messineo ha commentato la posizione dell’ex ministro Mancino: “Era già stata espressa in sede di udienza preliminare e sulla quale credo che ci sia stata già una pronuncia sia pure provvisoria. Ritengo che la difesa del senatore Mancino saprà svolgere egregiamente il suo compito proponendo quei temi che ritiene adeguati nell’interesse dell’assistito”.

Parlando di eventuali responsabilità dello Stato e dei suoi esponenti, Messineo ha poi aggiunto: “Io rifuggo sempre da questo tipo di valutazioni generiche e moralistiche, qui stiamo celebrando un processo e non dobbiamo distribuire pagelle o encomi e neanche forme di rivalsa nei confronti del passato. Cerchiamo di chiarire i fatti, di accertarli e di trarne le conclusioni giuridiche”.