Treni pendolari, le 10 linee peggiori: Circumvesuviana, Roma-Viterbo, Roma-Ostia Lido…

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 16 Dicembre 2019 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA
Treni pendolari, le 10 linee peggiori secondo Pendolaria di Legambiente: Circumvesuviana, Roma-Viterbo, Roma-Ostia Lido...

Treni pendolari, le 10 linee peggiori: Circumvesuviana, Roma-Viterbo, Roma-Ostia Lido… (foto d’archivio Ansa)

ROMA – I pendolari lo sanno bene ma arriva la conferma: l’ex Circumvesuviana, la Roma Nord-Viterbo e la Roma-Ostia Lido anche quest’anno si confermano le linee ferroviarie peggiori d’Italia. Lo afferma Legambiente nel dossier Pendolaria, rapporto che ogni anno racconta il cambiamento, in termini di quantità e qualità, dei treni in circolazione e di conseguenza degli effetti sulla vita quotidiana dei pendolari di tutta Italia. A completare la classifica delle 10 linee peggiori, che nel complesso coinvolgono oltre 3 milioni di pendolari, troviamo tratti ferroviari che coinvolgono tutta la Penisola: la Milano-Chiasso, la Torino-Chivasso-Ivrea-Aosta, la Genova-Ovada-Acqui Terme, la Verona-Rovigo, la Terni-Sansepolcro, la Battipaglia-Potenza-Metaponto, la Agrigento-Palermo.

Dal rapporto si evince che i disagi per i cittadini sono ancora rilevanti da Sud a Nord: in troppe aree del Paese i treni, anno dopo anno, si riducono, i tempi di percorrenza si allungano, con la conseguenza che sempre più persone abbandonano questa modalità di trasporto perché trovano convogli sempre più affollati, vecchi e con continue cancellazioni. Il risultato, secondo l’associazione ambientalista, è che molti sono così costretti a spostarsi in auto o pullman con evidenti ripercussioni anche sull’inquinamento delle nostre città.

“Il rilancio della mobilità su ferro nelle città e la condizione che vivono i pendolari devono diventare una priorità dell’agenda politica nazionale. Oggi questo purtroppo non avviene – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Al nuovo ministro dei Trasporti Paola De Micheli chiediamo di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere. Servono risorse – e purtroppo in Legge di Bilancio non ci sono ne per aumentare i treni pendolari né per compararne di nuovi – ma anche scelte radicali e a costo zero a difesa di centinaia di migliaia di persone che ogni giorno prendono il treno in situazioni di degrado inaccettabili.

La situazione che si vive da dieci anni sulle tre linee peggiori d’Italia è inaccettabile, è la conseguenza di drastici tagli e di disattenzione al servizio, e purtroppo si continua ad ascoltare solo promesse mentre il numero di passeggeri è diminuito fino al 30%. Al Ministro chiediamo di esercitare un vero potere di controllo, verifica ed intervento rispetto alle situazioni di più grave disagio, e quando la situazione è come a Roma e a Napoli commissariando le aziende. Sono infatti in larga parte le risorse statali a garantire il servizio su queste linee e i diritti dei cittadini alla mobilità devono essere garantiti”.

I vagoni sono vecchi.

Il miglioramento, sottolinea Legambiente, è avvenuto soprattutto al Nord e al Centro, dove è diminuita l’età media ed il numero di treni con più di quindici anni di età per l’immissione di nuovi convogli e di dismissione di quelli più vecchi. In Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna si vedranno miglioramenti nei prossimi anni grazie agli investimenti programmati nei Contratti di Servizio con Trenitalia. In Campania nonostante gli investimenti in corso, l’età media rimane alta (19,7) soprattutto a causa dell’anzianità del parco rotabile di EAV (ex Circumvesuviana, Sepsa e MetroCampania NordEst); stessa situazione nel Lazio, dove sono sempre più evidenti le differenze tra la penosa condizione dei mezzi ATAC e quelli delle linee FL frequentate dai convogli Trenitalia.

I treni sono pochi.

La seconda, grande, questione riguarda il numero di treni in circolazione. Purtroppo, malgrado negli ultimi dieci anni i pendolari siano aumentati passando da 2,7 a 2,9 milioni sui treni regionali (+7%), il numero di treni in circolazione nelle regioni è aumentato solo dell’1,1%. “Dobbiamo mettere più treni e rinnovare il parco circolante se vogliamo convincere le persone a scegliere la mobilità sostenibile – aggiunge ancora Zanchini -. Nella legge di Bilancio in corso di approvazione non sono previste risorse aggiuntive per potenziare il servizio o per acquistare treni per i pendolari. (Fonte Agi).