Trenino Roma-Lido, pendolari in rivolta: “Stanchi di essere trattati come animali”

di Gianluca Pace
Pubblicato il 28 Novembre 2013 - 15:07 OLTRE 6 MESI FA
"La feccia del male", la foto di Odissea Quotidiana

“La feccia del male”, la foto di Odissea Quotidiana

ROMA – C’è chi la chiama la freccia del male, chi la feccia del male, è il trenino Roma-Lido, l’incubo di tutti i pendolari tra Ostia, Acilia, Vitina e Roma. Ritardi, continui guasti, corse saltate, folle oceaniche e spintoni nei vagoni, è questo il bollettino, il bollettino di guerra che ogni pendolare a fine giornata rimugina nella propria mente. Immune al cambio di stagione, freddo d’inverno senza riscaldamento, caldo d’estate senza aria condizionata, il trenino Roma-Lido è immune anche alle proteste.

Oggi i pendolari però, stanchi e delusi, si sono ritrovati con gli autisti Atac per un  sit-in al deposito dell’azienda a via Prenestina: “Siamo stanchi di essere trattati come animali – dice al megafono Maurizio Messina del Comitato pendolari Roma-Lido -. Abbiamo diritto ad un trasporto pubblico efficiente” . Sul Web, negli anni, sono nati diversi “centri di protesta”: c’è l’account Roma-Lido su Twitter, c’è il blog Odissea Quotidiana (“Diario di un utente della linea Roma-Lido distrutto dalla vita (in metro), ma sempre fiducioso”) e su Facebook la pagina Il Trenino.

Le foto di Repubblica

“La sequenza delle corse sulla Roma-Lido – continua Messina – è totalmente inadeguata rispetto alle necessità: oggi il numero di corse è diminuito rispetto a cinque anni fa mentre il bacino di utenza è aumentato”. “Si stima che la utilizzino 250 mila persone al giorno, tra andata e ritorno”, dice un manifestante.

Gli autisti chiedono “Assunzioni subito”. “Questo è un sit-in indetto dai macchinisti della Roma-Lido – spiega Quintavalle, leader degli auto organizzati – per protestare contro una situazione allucinante: cabine fatiscenti, treni che risalgono al ventennio fascista. Tanti colleghi non avevano il coraggio di togliersi la tessera del sindacato per paura di non sentirsi tutelati. Ieri siamo andati a uno studio legale per fondare l’associazione, che sarà apartitica, asindacale e senza obiettivi di carriera aziendale”.