Trento, prof lesbica discriminata: istituto cattolico condannato ricorre in Cassazione

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Maggio 2017 - 16:23 OLTRE 6 MESI FA
Trento, prof lesbica discriminata dalla scuola cattolica: istituto condannato ricorre in Cassazione

Trento, prof lesbica discriminata dalla scuola cattolica: istituto condannato ricorre in Cassazione

TRENTO – La vicenda della docente lesbica discriminata a Trento arriverà in Cassazione. L’istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù ha presentato ricorso contro la sentenza della corte d’appello di Trento che, nel marzo scorso, aveva stabilito che l’insegnante alla quale l’istituto non aveva rinnovato il contratto di lavoro era stata discriminata.

I giudici avevano stabilito che all’insegnante dovevano essere riconosciuti  44mila euro di risarcimento, tra danno morale e danno patrimoniale. Era stato riconosciuto un risarcimento di 10mila euro ciascuna anche alla Cgil e all’associazione Altri Diritti.

La vicenda risale all’estate del 2014, quando il contratto dell’insegnante non fu rinnovato dopo che la donna si era rifiutata di smentire le voci secondo le quali avrebbe intrattenuto una convivenza sentimentale con un’altra donna.

Il caso suscitò molto clamore mediatico e un acceso dibattito politico, tanto che intervenne anche l’allora ministro dell’istruzione, Stefania Giannini. Lo scorso giugno l’istituto scolastico era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Rovereto, a marzo la sezione lavoro della Corte di appello di Trento ha confermato la sentenza, aumentando addirittura il risarcimento. Era stato, infatti, accolto l’appello proposto dalla docente discriminata e dalle due associazioni Cgil del Trentino e Associazione radicale Certi diritti, mentre era stato rigettato l’appello incidentale dell’Istituto.

La sentenza di secondo grado aveva aumentato il risarcimento a favore sia della docente (circa 44.000 euro), sia delle due organizzazioni (10.000 euro a ciascuna) e aveva riconosciuto che l’insegnante fu oggetto di una diffamazione e di una ritorsione discriminatoria nell’estate 2014. Adesso il ricorso in Cassazione da parte dell’Istituto.