Treviso, strangolò la fidanzata incinta e sul web cercava: “Come si uccide”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Giugno 2017 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA
Treviso, strangolò la fidanzata incinta e sul web cercava: "Come si uccide"

Treviso, strangolò la fidanzata incinta e sul web cercava: “Come si uccide”

TREVISO – Ha strangolato la fidanzata incinta e poi ha confessato il delitto. Mihail Savcic, 19 anni, avrebbe inoltre cercato sul web “Come si uccide una persona a mani nude“, una indicazione che l’omicidio della sua fidanzata Irina Bacal fosse stato pianificato. Proprio questa ricerca aggrava la posizione del giovane, che aveva dichiarato di aver strangolato Irina in un raptus di follia.

Il terribile delitto commesso lo scorso marzo a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, potrebbe nascondere la premeditazione, scrive il Corriere della Sera dopo che l’ingegnere Nicola Chemello ha analizzato lo smartphone Galaxy Note 3 di Savcic, che ha tentato invano di nascondere i dati cancellandoli dal telefono:

“Il tecnico è riuscito a recuperare tutto il contenuto del suo Galaxy Note 3 appurando, tra l’altro, come a partire dalle 8.46 del mattino del 19 marzo, il giorno dell’omicidio, che l’esame autoptico fa risalire alla tarda serata, Savciuc abbia cominciato ad effettuare tutta una serie di ricerche inquietanti con oggetto come si possa uccidere una persona. Una delle navigazioni online, in italiano e nella sua lingua, riguardava espressamente come si uccide una persona a mani nude. E precedentemente era già emerso che Savcic in quelle ore concitate avesse effettuato anche un’altra ricerca macabra: come si occulta un cadavere.

«Le scrupolose indagini poste in atto dalla Procura di Treviso per fare luce su tutti gli aspetti di quest’atto criminoso, confermano quanto abbiamo sostenuto fin dal primo momento, che Savciuc non ha perso la testa quando ha commesso l’omicidio, ma che al contrario sapeva bene ciò che faceva e che, anzi, si era persino documentato per portarlo a termine. Ora, dunque, attendiamo fiduciosi i provvedimenti da parte del Pubblico Ministero, certi che sarà fatta piena giustizia per Irina, per la mamma e per tutti i suoi cari». Ha detto l’avvocato trevigiano Andrea Piccoli, che assiste la famiglia della vittima, all’indomani del deposito delle varie perizie disposte dal Pubblico Ministero Mara De Donà, titolare del procedimento penale per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

Alla luce dei risultati delle indagini appare difficile pensare si sia trattato di un delitto d’impeto, visto che sono emersi numerosi e schiaccianti elementi a supporto della tesi della premeditazione, peraltro sostenuta fin da subito dalla stessa Procura trevigiana. L’avvocato Piccoli, con cui collabora anche Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità in ogni genere di incidente, a tutela dei diritti dei cittadini, allude in primis alla perizia sul cellulare del giovane unitamente a quella sui supporti informatici ed elettronici sequestrati nella casa del ragazzo e a quella sullo smartphone della vittima”